a rischio la storica ricetta

Latte sì, latte no: tra i mastri cioccolatai piemontesi e la Lindt è scoppiata la "battaglia del Gianduiotto"

Alberto Cirio: "Certi di essere dalla parte del giusto, perché noi stiamo proteggendo un territorio e non un’azienda"

Latte sì, latte no: tra i mastri cioccolatai piemontesi e la Lindt è scoppiata la "battaglia del Gianduiotto"
Pubblicato:
Aggiornato:

L'oggetto del contendere tra chi dal 2017 lotta per ottenere l'Igp (indicazione geografica protetta) e la multinazionale svizzera Lindt altro non è che la ricetta originale. Il colosso svizzero, che detiene il marchio Caffarel (proprio quello dell’inventore ufficiale del cioccolatino contestato), vorrebbe infatti che tra gli ingredienti previsti dal disciplinare fosse inserito anche il latte.

Latte sì, latte no

Peccato che quando è stato creato il gianduiotto il latte in polvere non c'era, ed ecco perché la richiesta di aggiungerlo adesso (diminuendo la presenza della nocciola) risulta inaccettabile per i mastri cioccolatai piemontesi che nel corso dell'ultima edizione di CioccolaTo a Torino hanno sollevato la questione sottolineando come il vero gianduiotto sia da sempre composto unicamente da nocciola, zucchero e cacao.

Ma il caso è tutt'altro che semplice visto che la multinazionale Lindt ha acquisito Caffarel salvandola da probabile morte.

E anche per questo ora in campo è scesa la politica con un intervento del Presidente della Regione Alberto Cirio che ha dichiarato all'Ansa:

Come Regione Piemonte vogliamo schierarci a fianco del Comitato promotore per il riconoscimento del Giandujotto di Torino Igp, a livello di giunta e di consiglio, e intendiamo assistere il comitato in tutte le fasi di contraddittorio, contro le istanze della Lindt.

Certi di essere dalla parte del giusto, perché noi stiamo proteggendo un territorio e non un’azienda.

La storia del Gianduiotto

Il gianduiotto fu prodotto per la prima volta dalla nota azienda dolciaria torinese Caffarel nello storico stabilimento di Borgo San Donato e presentato al pubblico nel carnevale del 1865 dalla maschera torinese Gianduja, da cui prende il nome, che distribuiva per le strade della città la nuova bontà.

Le sue origini si riconducono a motivazioni storico-politiche ben precise: con il blocco napoleonico (Blocco Continentale), le quantità di cacao che giungevano in Europa erano ridotte e con prezzi esorbitanti ma ormai la richiesta di cioccolato continuava ad aumentare. Michele Prochet decise allora di sostituire in parte il cacao con un prodotto molto presente nel territorio: la nocciola tonda gentile delle Langhe, una nocciola con gusto deciso e delicato. L'impasto è dunque composto da nocciole tostate e macinate cacao, burro di cacao e zucchero.

Seguici sui nostri canali