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La protesta dei lavoratori del Cup: "Siamo il primo contatto tra paziente e servizio sanitario, ma il nostro lavoro non viene riconosciuto"

La richiesta è quella di un tavolo con la Regione per affrontare la questione, valutare di re-internalizzare il servizio e rivedere il tema dell'apertura dalle 8 alle 20 sette giorni su sette

La protesta dei lavoratori del Cup: "Siamo il primo contatto tra paziente e servizio sanitario, ma il nostro lavoro non viene riconosciuto"
Attualità Torino, 23 Maggio 2023 ore 16:24

Questa mattina gli operatori del call center del Cup (centro unico di prenotazioni per la sanità piemontese) hanno protestato davanti alla sede del Consiglio regionale.

La protesta dei lavoratori del Cup

I lavoratori hanno partecipato ad un presidio organizzato da Cgil per opporsi all'aumento dei turni e alla diminuzione degli stipendi.

"L'attesa per un posto letto è eterna, non è vero che le prenotazioni per le visite mediche sono tornate ai livelli della pre pandemia": è ciò che affermano i lavoratori del call center in netta contrapposizione rispetto alle dichiarazioni della Regione Piemonte.

Il primo contatto tra paziente e servizio sanitario

Gli addetti del Cup sono il primo contatto tra paziente e servizio sanitario regionale, tramite loro avvengono le prenotazioni per le visite specialistiche, le vaccinazioni e gli screening del programma Prevenzione Serena. Sono quindi un anello fondamentale della sanità.

Eppure, fin dal 2010 (anno in cui è cominciata l'odissea degli appalti) la loro situazione è sempre più precaria e il loro lavoro sempre meno riconosciuto.

In un comunicato la Filcams Cgil spiega come

la politica delle esternalizzazioni ha causato una forte diminuzione di stipendio per le lavoratrici e i lavoratori e non ha portato ad una maggiore efficienza del servizio sanitario in termini di riduzioni delle liste di attesa.

Nonostante questo, gli addetti del Cup, assunti tutti con contratto part-time involontario, hanno sempre mantenuto altissimi livelli di professionalità.

Cosa chiedono i lavoratori

Durante una pausa dei lavori di Consiglio, una rappresentanza dell’Ufficio di presidenza e di consiglieri ha ricevuto i lavoratori dei call center che hanno potuto quindi spiegare le criticità del servizio.

La richiesta è quella di un tavolo con la Regione per affrontare la questione, valutare di re-internalizzare il servizio e rivedere il tema dell'apertura dalle 8 alle 20 sette giorni su sette. La domenica, ha spiegato il sindacalista Luigi Romeo , è stata inserita dall'azienda per aggiudicarsi l'appalto, ma in quel giorno c'è un crollo delle chiamate.

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