torino

La nuova provocatoria opera di Andrea Villa: "La fata turchina bombarda Gaza e Israele"

La nuova opera è "una critica sull'innocenza perduta dell' essere umano, un Pinocchio al contrario: gli umani nascono bambini e invecchiano diventando con il cuore di legno"

La nuova provocatoria opera di Andrea Villa: "La fata turchina bombarda Gaza e Israele"
Pubblicato:
Aggiornato:

Affisse a Torino all' Ospedale Gradenigo Stazione Taxi e corso San Maurizio 8, davanti all' ITIS Avogadro, ci sono le nuove opere di Stret Art di Andrea Villa.

 

La fata turchina bombarda Gaza e Israele

L'opera rappresenta la Fata Turchina, nella versione dell'adattamento Disneyano di Pinocchio, intenta ad usare la sua bacchetta magica, dalla bacchetta però il fuoco dei bombardamenti sulla striscia di Gaza.

L'artista spiega così la sua opera su Instagram:

Il mio manifesto "Wish on a shooting star" e' una critica sull'innocenza perduta dell'essere umano, un Pinocchio al contrario: gli umani nascono bambini e invecchiano diventando con il cuore di legno, una critica alla guerra e alla disumanizzazione delle persone generate dalla loro stessa esistenza e dai preconcetti culturali e politici. Una critica all' ipocrisia della narrazione mediatica, del buonismo e della visione parziale della realta', trasformata in tifoseria e perdendo di vista le vittime reali, in un conflitto dove il bene e il male sfumano, e dove le vittime diventano carnefici e vice-versa.

Foto 1 di 4

Quinto Stato (2014)

Foto 2 di 4

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio" (2022)

Foto 3 di 4

Un bacio simbolico tra la Turchia e la Siria, in un contesto di macerie e rovine (2023)

Foto 4 di 4

"Ariut!": manifesto creato per aiutare le persone colpite dopo l'alluvione in Romagna (2023)

Chi è Andrea Villa

La sua identità è un vero mistero infatti indossa sempre una maschera come i supereroi. Lo chiamano il "Bansky di Torino", perché ormai tutti lo sanno, Andrea Villa, non è il suo vero nome.

Ha iniziato a realizzare le sue opere nel 2014. Una serie di falsi manifesti affissi nelle vetrine pubblicitarie della città per colpire con ironia i politici e le loro contraddizioni.

Il suo primo famoso manifesto si ispirava al celebre "Quarto Stato" di Pelizza da Volpedo, ritraendo tutti i politici italiani con la scritta "Solo chiacchiere e vitalizio".

Da allora non ha mai smesso di criticare il mondo della politica assieme ai suoi personaggi e ai fenomeni sociali a loro connessi, ma anche di prendere posizione su questioni sui fatti importanti del mondo.

In ogni singolo lavoro c’è un fotomontaggio che mescola concetti e immagi­ni, cultura e trash, destrutturando i significati sempre con l'obiettivo di parlare a tutti con un linguaggio artistico "popola­re".

 

Seguici sui nostri canali