In Piemonte si torna a cacciare, blocco solo per la pernice bianca
L'attività venatoria per tutte le altre specie prosegue secondo le modalità indicate nel calendario regionale 2024-25
Il Tar del Piemonte ha respinto per tre specie su quattro la domanda di sospensiva presentata dalle associazioni ambientaliste. In pratica si salva solo la pernice bianca, caccia aperta invece a coturnice, fagiano di monte e moretta, specie che in precedenza erano state bloccate. L'attività venatoria per tutte le altre specie prosegue secondo le modalità indicate nel calendario regionale 2024-25.
Le dichiarazioni dell'Assessore Paolo Bongioanni
E' soddisfatto di questa decisione Paolo Bongioanni, assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte:
"Ringrazio il Tar per aver esaminato in tempi celeri la questione e per aver assunto una decisione che ci dà ampiamente ragione e restituisce ai cacciatori la possibilità di cacciare specie sulle quali la posizione regionale era stata più che motivata".
Queste invece la motivazioni del Tar:
"Il ricorso della Regione sembra presentare parziali profili di fondatezza. Con riferimento alle specie coturnice e fagiano di monte, le prescrizioni regionali appaiono conformi alle indicazioni di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr), sicché pare priva di fondamento la censura in base alla quale la Regione si sarebbe discostata immotivatamente dal parere di Ispra. Quanto alla specie moretta, pare che la Regione abbia argomentato in modo adeguato le ragioni per le quali ha preferito discostarsi dal parere di Ispra".
Il ricorso
Le associazioni animaliste Leal, Opia e Pro Natura nel loro ricorso avevano chiesto la sospensione totale della stagione di caccia. Il Tar, chiesta ulteriore documentazione di Regione, Federcaccia e comprensorio alpino 2 Alta Val Susa, aveva deciso di fermare la caccia solo per le quattro specie.
La sospensione era stata motivata da diverse irregolarità riscontrate nel processo di approvazione del calendario. In particolare, le associazioni avevano evidenziato la mancanza di trasparenza della Regione Piemonte che non aveva pubblicato l'allegato C del calendario stesso, che conteneva le contromotivazioni regionali rispetto al parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), obbligatorio ma non vincolante.
Era stata inoltre messa in luce da Oipa, Leal e Pro Natura:
"L’inadeguatezza della pianificazione in quanto non è stato presentato un Piano faunistico venatorio regionale aggiornato, cosa che solleva preoccupazioni riguardo alla gestione delle specie a rischio di estinzione come la moretta, la pernice bianca, la coturnice e il fagiano di monte."