In Piemonte scatta il divieto di spandimento di concimi naturali che possono inquinare
Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici: "L’agricoltura sta facendo la propria parte per ridurre l’inquinamento da particolato che è poi quello più pericoloso per la nostra salute"
E' scattato il divieto di spandimento dei liquami zootecnici in tutta la provincia di Torino così come in tutta la regione. L’introduzione del divieto è datata 2002, viene riproposto ogni anno ed è previsto dall’applicazione regionale della Direttiva Europea Nitrati: scadrà il 31 gennaio 2025.
Agricoltura e qualità dell'aria
Il blocco dello spandimento dei liquami fu adottato 22 anni fa per limitare la dispersione di nitrati nelle falde ma è diventato, nei fatti, anche un provvedimento di qualità dell’aria. Infatti coincide con questi mesi invernali che sono caratterizzati da una più alta concentrazione di polveri sottili nell’aria urbana.
Una nuova teoria scientifica, non ancora consolidata, individua anche le emissioni ammoniaca delle deiezioni animali come “precursori” della formazione di polveri sottili.
Le micropolveri sono soprattutto prodotte dall’emissione diretta di particelle incombuste di motori diesel e a scoppio e sono, inoltre, generate da altre fonti di combustione come il riscaldamento e le emissioni industriali. Ma a queste emissioni dirette tradizionali di PM10 e PM2,5, secondo questa nuova teoria scientifica, si aggiunge anche il particolato che si crea in alta atmosfera per effetto della presenza di gas di ammoniaca in reazione con le radiazioni solari. Il contributo generato dall’agricoltura in questa produzione secondaria di particolare sottile è del 6% in Piemonte.
Stiamo parlando di liquami che, con il letame, sono preziosi concimi naturali che, da sempre, vengono sparsi nei terreni per fertilizzarli in vista delle semine primaverili. Il letame e gli escrementi liquidi sono, infatti, ricchi di azoto naturale che è il nutriente fondamentale per la vita di tutte le piante.
Le dichiarazioni di Bruno Mecca Cici
Osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici:
Da adesso, nei mesi più inquinati dell’inverno e nelle giornate con lo smog da “semaforo rosso”, il lavoro nei campi non può essere additato come la fonte principale dell’inquinamento dell’aria. Semplicemente perché per gli agricoltori è vietato spandere i concimi che emettono ammoniaca. Inoltre, le attività agricole sono ubicate fuori dalle aree urbane: in queste condizioni è davvero difficile affermare che l’inquinamento di grandi città come Torino è colpa dell’agricoltura.
In realtà, gli spandimenti di liquami sono vietati non solo nel cuore in inverno ma, dal 15 settembre al 15 aprile, anche nelle giornate con livelli di inquinamento da “semaforo giallo e rosso”. Per questo, gli agricoltori, nella loro programmazione aziendale devono anche tenere conto dei divieti generati da livelli di inquinamento causati da attività che, al contrario, non vengono fermate come: il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici e le attività industriali e artigianali.
Sono, invece, permesse le nuove tecniche di interramento che non producono emissioni di ammoniaca nell’aria grazie a macchine interratrici.
"L’agricoltura sta facendo la propria parte per ridurre l’inquinamento da particolato che è poi quello più pericoloso per la nostra salute. Non solo perché all’agricoltura sono imposte tutte queste limitazioni ma anche perché i nostri allevamenti stanno investendo sempre più in innovazione tecnologica per gestire il letame e i liquami; le nostre stalle stanno investendo in impianti di biogas con produzione di prezioso digestato biologico; le nostre aziende stanno investendo in costosi macchinari per l’interramento di questi concimi naturali per non emettere ammoniaca nell’aria. Noi agricoltori stiamo facendo la nostra parte per la riduzione dell’inquinamento e, nel frattempo, produciamo anche energia rinnovabile e soprattutto il cibo che troviamo sulle nostre tavole".