Piemonte

In Piemonte mancano gli infermieri, la Regione: "Li facciamo arrivare dall'India"

Ma per l'Ordine dei Medici si sta sottovalutando il problema: "Non basta il titolo di studio, serve anche una perfetta capacità linguistica indispensabile per interagire con il paziente"

In Piemonte mancano gli infermieri, la Regione: "Li facciamo arrivare dall'India"
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A fronte degli allarmanti dati diffusi dallaFondazione GIMBE sullo stato della sanità in Italia, arriva una prima risposta dalla Regione per quanto riguarda uno dei tanti problemi che attanagliano il Piemonte: la mancanza di personale sanitario.

Infermieri dall'India

L'idea della Regione per sopperire alle carenze di infermieri negli ospedali piemontesi è quella di farli arrivare dall'India o dal Sud America.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha parlato di un accordo con Nuova Delhi per facilitare l'arrivo in Italia dei professionisti. Su questo l'assessore alla Sanità Federico Riboldi assicura:

"L'accordo con l'India è pronto, curato direttamente dal ministero dell'Interno e da quello della Salute. Questo patto permette di garantire l'equipollenza dei titoli e dunque di lavorare qui. Puntiamo ad ampliare la stessa procedura con altri paesi, come ad esempio l'Argentina o il Brasile, che hanno buoni standard assistenziali e verso i quali possiamo essere attrattivi".

Federico Riboldi

Nel frattempo, proprio in questi giorni  è stata annunciata la disponibilità di 19 medici israeliani a lavorare tra il novarese e il vercellese, si tratta di professionisti in procinto di trasferirsi da Israele a causa del conflitto in corso oppure già residenti nella zona.

 Ma il titolo di studio non può bastare

E' scettico sul tipo di soluzione che vuole prendere la Regione, il presidente di Opi Torino, Ivan Bufalo che in proposito dichiara:

Esprimo grande preoccupazione rispetto ai livelli di qualità e di sicurezza delle prestazioni assistenziali. Occorre ottenere il riconoscimento della validità del titolo di studio e sostenere l'esame di italiano presso un Ordine professionale, in modo che sia certificata la capacità anche linguistica di interagire con i pazienti.

Ivan Bufalo, Presidente Opi
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