In barca a vela sul Po per vedere tutti i danni provocati dalla siccità
Una provocazione e allo stesso tempo una denuncia di un problema sempre più presente
E' dagli anni Cinquanta che non si vede una barca a vela sul tratto torinese del Po. Di certo i tempi sono cambiati: allora c'era il boom economico e gli stabilimenti balneari erano sempre affollati.
Marco Bonfanti, Presidente dell'Associazione Vie d'acqua, ha riportato in acqua questa deriva di 4 metri e 70, anno 1977, a spiegare le sue vele sul più grande fiume d'Italia.
La conta dei danni della siccità
Una provocazione e allo stesso tempo una denuncia di un problema sempre più presente: la siccità.
Ormai è un dato di fatto: l'estate 2023 sarà ancora peggiore rispetto al 2022, ne è sicuro Marco Bonfanti.
A bordo della sua barca a vela, Bonfanti fa notare al giornalista di Sky tg24, Massimo Postiglione, come le radici degli alberi non poggino più nell'acqua. Una condizione che ha indebolito tutti gli alberi della zona prefluviale, il Comune è già intervenuto abbattendo gli esemplari che potevano costituire un pericolo. Ma va da sé che questa non possa essere una soluzione adottata per il lungo periodo, visto che la flora arbustiva è assolutamente fondamentale per l'ecosistema fluviale.
Un altro effetto della siccità, ben visibile oltre il ponte Isabella, è il crollo delle opere murarie: venute giù per l'assenza della spinta dell'acqua.
Più evidente nelle prossime settimane, ci sarà poi il problema delle alghe e la loro proliferazione nei fondali. Il minore fondale provocherà una maggiore esposizione delle alghe alla fotosintesi, inoltre la diminuzione degli alberi porterà ad un minore ombreggiamento e ad una maggiore esposizione alla luce solare: un circolo vizioso che porterà ad una vera esplosione delle alghe autoctone e alloctone.
Infine, c'è il problema delle opere murarie risalenti a inizio del Novecento su palafitte in legno e che stanno riscontrando le stesse problematiche degli alberi lungo il fiume con grande pericolo di caduta strutturale.
Sono questi gli effetti, innegabili secondo Marco Bonfanti, del cambiamento climatico. Effetti che interesseranno soprattutto la Pianura Padana e la città di Torino.