Da oggi, domenica 7 settembre 2025, Pier Giorgio Frassati è ufficialmente santo della Chiesa cattolica.
Il torinese Pier Giorgio Frassati proclamato santo
La proclamazione è avvenuta domenica 7 settembre sul sagrato della Basilica di San Pietro, dove Papa Leone XIV ha letto in latino la formula che iscrive nell’albo dei santi sia Frassati che Carlo Acutis.
Per Torino è un momento di particolare emozione: Frassati nacque infatti nel capoluogo piemontese il 6 aprile 1901 e qui visse tutta la sua breve vita, fino alla morte prematura, avvenuta il 4 luglio 1925 a soli 24 anni per una poliomielite fulminante contratta in una delle tante case povere che frequentava abitualmente per aiutare chi era in difficoltà.
Studente di ingegneria, alpinista appassionato e membro attivo dell’Azione Cattolica e della Società di San Vincenzo de’ Paoli, Frassati si distinse per la sua fede profonda, la carità verso i più poveri e l’impegno sociale.
La presenza torinese in Vaticano
Alla celebrazione ha preso parte una folta delegazione della diocesi di Torino, guidata dall’arcivescovo e vescovo di Susa, il cardinale Roberto Repole. Oltre 250 fedeli sono partiti dal capoluogo in pullman e treno nelle ore precedenti, per assistere a un rito atteso da anni.
Nel gruppo vescovo ausiliare mons. Alessandro Giraudo, il vicario episcopale per la formazione don Michele Roselli, numerosi preti diocesani, religiose e religiosi, giovani seminaristi e rappresentanti delle sezioni torinesi di diverse associazioni (Azione Cattolica – diocesi di Torino, Comunione e Liberazione, Associazione Pier Giorgio Frassati Torino e Giovane Montagna). Con loro il vicepostulatore della causa di canonizzazione Roberto Falciola.
Già alla vigilia della canonizzazione, il 6 settembre, il comitato dedicato a Frassati aveva promosso a Roma due appuntamenti: un incontro di approfondimento culturale e spirituale presso la LUMSA e una veglia di preghiera nella basilica di San Giovanni dei Fiorentini.
Un santo “di casa” per i torinesi
La canonizzazione di Frassati rappresenta un riconoscimento che Torino sente profondamente proprio. Il giovane, definito da Giovanni Paolo II “l’uomo delle otto beatitudini”, continua a ispirare con il suo esempio di fede concreta, vissuta tra i poveri e i malati della città. Oggi, a cento anni dalla sua morte, la Chiesa lo propone come modello universale di santità, ma per i torinesi resta prima di tutto un figlio della città.
Con il suo sorriso autentico, il cuore ardente di fede e la passione per la carità, ci mostra che la santità è possibile anche nella vita di tutti i giorni.
“Un giovane laico – si legge sul sito dell’Azione Cattolica italiana – alpinista dello spirito, che offriva se stesso in silenzio a chi soffre, con lo sguardo rivolto verso l’alto. Oggi, ci spinge a intraprendere il nostro cammino di fede con coraggio, gioia e servizio. Contiamo su di lui, modello e compagno di strada in Ac, per accendere in noi una passione evangelica sempre più viva e concreta!”