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Gli salva la vita durante la missione di pace in Libano, 37 anni dopo riescono a ritrovarsi

A Beirut un giovane caporale maggiore, nel tentativo di mettere in sicurezza i propri uomini durante un attacco, venne colpito alla testa da un colpo di Kalashnikov.

Gli salva la vita durante la missione di pace in Libano, 37 anni dopo riescono a ritrovarsi
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Gli salva la vita durante la missione di pace in Libano, 37 anni dopo riescono a ritrovarsi grazie all'Associazione Paracadutisti del Canavese.

(Foto Facebook Associazione Paracadutisti del Canavese)

Gli salva la vita durante la missione di pace in Libano

È la sera del 2 febbraio 1984 quando a Beirut un giovane caporale maggiore, nel tentativo di mettere in sicurezza i propri uomini durante un attacco, viene colpito alla testa da un colpo di Kalashnikov, calibro 22. I colleghi di Prima Il Canavese raccontano che il militare viene immediatamente soccorso dai suoi compagni che lo riportano in tenda. Un tenente di passaggio, alla vista dell’uomo steso, nel valutarne le condizioni davvero allarmanti decide di sollevarlo e portarlo all’ospedale da campo, dove tuttavia non è possibile fare molto: non resta dunque che mettersi in moto per raggiungere l’ospedale attrezzato ed il caporale viene così caricato su un’ambulanza. Il tragitto è pieno di insidie ma gli uomini non demordono: durante il viaggio cercano di tenere sveglio il ferito fino all’arrivo, tanto frettoloso da provocarne anche la caduta dalla barella. Una volta in ospedale, le condizioni del caporale risultano critiche: viene operato e affronta la convalescenza mentre il tenente, finita la missione, si congeda.

37 anni dopo...

Le strade dei due uomini si dividono e resteranno separate per ben 37 anni, fino a quando, il caporal maggiore, poi congedato come sergente, iscritto all’associazione dei Paracadutisti del Canavese, racconta la sua storia al presidente del sodalizio, Pietro Borghesio, il quale ricorda di aver sentito una storia simile da un altro membro del gruppo.
Così dopo lungo tempo il caporale, Mauro Nali, di Biella, sopravvissuto al colpo quasi fatale e l’ex tenente Diego Maria Bili di Lombardore, che con determinazione e coraggio gli ha salvato la vita, si incontrano di nuovo.

L'incontro

Insieme, ripercorrono quei momenti e le loro esperienze di guerra come ricordi lontani ma ancora nitidi nella memoria. «Una sorpresa che mi ha fatto grande piacere» commenta l’ex sindaco Bili. «Sono storie che in tanti non conoscono – aggiunge - e sarebbe bello poterle portare alla luce. Ci piacerebbe raccogliere testimonianze come questa, storie di persone normali che si sono svolte ai margini dei grandi eventi, come appunto la missione di pace in Libano. Farle conoscere e tramandarle affinchè non vengano mai dimenticate».

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