Gli archeologi del Museo Egizio, guidati dal direttore Christian Greco, ritrovano la tomba di Panehsy a Saqqara
La spedizione era guidata da Christian Greco, direttore del Museo Egizio, e da Lara Weiss, curatrice della Collezione Egiziana e Nubiana del Museo di Leiden
A Saqqara, 30 km a sud de Il Cairo, gli archeologi del Museo Egizio, del Ministero delle Antichità Egiziane e del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda, sotto la guida di Christian Greco, direttore del Museo Egizio, e di Lara Weiss, curatrice della Collezione Egiziana e Nubiana del Museo di Leiden, hanno rinvenuto i resti della tomba di Panehsy, che risale al primo periodo Ramesside (1250 a.C.).
Chi era Panehsy
Panehsy era il responsabile del tempio dedicato al dio Amon. La spedizione archeologica ha inoltre portato alla luce alcune cappelle funerarie. La scoperta getta nuova luce sullo sviluppo della necropoli di Saqqara, nel periodo Ramesside.
La tomba ritrovata
La tomba di Panehsy ha la forma di un tempio, con un ingresso monumentale e una corte con portico colonnato al cui centro c’è un pozzo che dà accesso alle camere sepolcrali ipogee. Sul lato ovest la corte è chiusa da tre cappelle.
Il complesso funerario di forma rettangolare, di 13,4 metri per 8,2 metri, confina a sud con la celebre tomba di Maya, alto funzionario, responsabile del tesoro del faraone Tutankhamun.
I muri di mattoni crudi della struttura superiore della tomba di Paneshy sono ancora in piedi e raggiungono un’altezza di un metro e mezzo e sono decorati da ortostati, lastre di rivestimento in pietra calcarea, che mostrano rilievi colorati in cui si distinguono il proprietario della tomba Panehsy e sua moglie Baia, cantante di Amon, e diversi sacerdoti e portatori di offerte.
Lo scavo iniziato nel 1975
Lo scavo a Saqqara, iniziato nel 1975 dal Egypt Exploration Society e dal Museo Nazionale delle Antichità di Leiden, è finalizzato alla ricontestualizzazione archeologica di monumenti, rilievi e statue, giunti nelle collezioni europee nel XIX secolo. Nel 2015 il Museo Egizio è diventato partner della missione. L’archeologia oggi mira a ricostruire la biografia di questi oggetti, perché si possa meglio comprendere la storia economica e sociale dell’antico Egitto.
Le immagini dell'articolo sono di Nicola Dell'Aquila