28 settembre

Giornata internazionale per l'aborto sicuro: ieri il presidio davanti al Sant'Anna contro la "Stanza dell'Ascolto"

Circa in 400 per protestare contro il finanziamento regionale del Fondo Vita Nascente

Giornata internazionale per l'aborto sicuro: ieri il presidio davanti al Sant'Anna contro la "Stanza dell'Ascolto"
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Ieri, sabato 28 settembre 2024, il movimento femminista e transfemminista "Non una di meno" ha organizzato un presidio di fronte all’ospedale Sant’Anna di Torino, in occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro, alla mobilitazione ha aderito anche la CGIL Torino.

Cos'è la Stanza dell'Ascolto

La Stanza dell'ascolto è una stanza pensata per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza, con l'obiettivo, tramite  di far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza.

Individuate le criticità in fase di colloquio colloquio, la stanza fornisce ascolto, vicinanza e aiuti concreti, materiali ed economici, potendo anche contare sulla rete dei Centri dislocati in tutto il Piemonte, sul fondo Vita Nascente della Regione Piemonte (che consente il rimborso di spese legate alla gravidanza e ai primi anni di vita del bambino) e su progetti economici messi a disposizione dal Movimento per la Vita, come il Progetto Gemma.

Le ragioni della manifestazione

Circa 400 persone, soprattutto donne, si sono presentate al presidio davanti al Sant'Anna per protestare contro il finanziamento regionale del Fondo Vita Nascente e l’apertura della Stanza dell’ascolto.

 

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Le organizzatrici nel presentare la manifestazione di protesta hanno scritto:

"Oggi siamo stat3 in piazza insieme a tante altre realtà per ribadire che non può decidere nessuno sui nostri corpi: nè lo Stato, nè la Regione Piemonte, nè i medici obiettori o le associazioni antiabortiste. Dopo tanti anni, dalla prima occupazione del S. Anna nel 1978, siamo tornat3 come movimento femminista e transfemminista a rioccupare quell'ospedale con i nostri corpi e con le nostre voci, per pretendere nuovi diritti.
Abbiamo costretto il direttore dell'ospedale Fiandra e il direttore della ASL Città della Salute e della Scienza La Valle a un confronto con il nostro presidio in occupazione. Hanno giustificato la presenza della "stanza d'ascolto" come perfettamente legale e di responsabilità della Regione, rinunciando con ignavia ad ogni responsabilità medica sulla questione e ignorando le proteste e le richieste anche del loro stesso personale. Si sono nascosti dietro il fatto che al S Anna l’aborto lo praticano e per questo ancora di più dovrebbero vergognarsi della loro mancanza di professionalità e responsabilità. Ci rivedremo davanti al Palazzo della Regione per chiedere conto a Cirio e Riboldi della stanza e tutti i soldi pubblici sprecati per lasciare spazio politico alla propaganda di Marrone.
La 194 non basta, non basta una legge che consenta questa propaganda politica di FDI a scapito delle nostre scelte riproduttive. Non basta una legge che consenta a medici obiettori e alle associazioni antiabortiste di farci vivere con stigma e senso di colpa una procedura medica che dovrebbe essere considerata come una procedura medica essenziale. Pretendiamo che i soldi pubblici del fondo Vita Nascente siano usati per una salute ginecologica e riproduttiva accessibile in consultori e ospedali, contraccezione gratuita e vero welfare a sostegno della genitorialità. Pretendiamo di poter abortire dove vogliamo e con chi vogliamo, come ricordano le linee guida OMS.
Lanciamo da questo ospedale occupato la sfida a non abbassare la guardia: la nostra furia femminista non si arresta, insieme alla voglia di creare insieme diritti nuovi contro ogni deriva fascista! Occuperemo ogni spazio necessario! Fuori gli antiabortisti dalle nostre vite!"

Presidio davanti all'Ospedale Sant'Anna

CGIL Torino con Non Una di Meno

Anche la Camera del Lavoro di Torino ha partecipato alla manifestazione organizzata da Non Una di Meno per chiedere la chiusura della stanza dell’ascolto all’Ospedale Sant’Anna. Aperta il 9 settembre, più volte al centro del dibattito, per la Cgil

"la stanza nei fatti non esiste, come il nostro recente sopralluogo ha dimostrato e ben documentato. Esiste la volontà di fare propaganda usando il corpo e la libera scelta delle donne. Pensiamo che le risorse pubbliche debbano essere destinate a progetti per il rafforzamento dei Consultori pubblici e dei servizi diffusi sul territorio dedicati alla salute delle donne e alla prevenzione. Consideriamo urgente, inoltre, la riapertura del Centro Nascite, di recente soppresso dalla stessa Giunta piemontese che ha dirottato ingenti somme sul Fondo Vita Nascente e la famigerata stanza proprio presso il Sant’Anna. La CGIL Torino ha promosso, insieme alla CGIL Piemonte e Nazionale e a 'SeNonOraQuando?', un ricorso al TAR per cui siamo ancora in attesa di udienza, e segue con attenzione tutte le iniziative a contrasto di scelte che ledono il diritto delle donne di decidere in libertà del proprio corpo, come sancito dalla legge 194 che regolamenta, dal 1978, l’interruzione volontaria delle gravidanze e che deve essere resa pienamente esigibile. La lotta delle donne deve diventare la lotta di tutte e di tutti".

"Siamo scesi in piazza, al fianco di Non Una di Meno, per manifestare in difesa dell’aborto libero e sicuro. Un diritto garantito dalla legge 194, fortemente messo in discussione dalla destra al governo della nostra regione. Eravamo tante e tanti, di fronte al Sant’Anna, ospedale pubblico che ospita la stanza dell’ascolto, per chiederne la chiusura. Perché lo sportello antiabortista, finanziato da fondi pubblici, lede il diritto delle donne di decidere in libertà del proprio corpo. Un’azione di propaganda della Giunta Cirio, fatta sul corpo delle donne".

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