Giornata Internazionale dell'Infermiere, ma in Piemonte manca un ricambio generazionale
Il sindacato Nursind: "La curva pensionistica prevede che la nostra regione perderà circa 1000 infermieri all’anno a fronte di poco più della metà delle previste nuove risorse"

Oggi, lunedì 12 maggio 2025, è la Giornata Internazionale dell'Infermiere. Il sindacato Nursind diffonde i dati regionali relativi a questa fondamentale categoria. In Piemonte mancano seimila infermieri nelle 18 aziende sanitarie regionali; il dato è aggiornato al 31 dicembre del 2024. Attualmente ne sono impiegati 21.504.
La situazione in Piemonte
Così il sindacato in una nota:
"Punto di riferimento certo per pazienti e cittadini dal primo contatto fino al termine di qualsiasi percorso assistenziale o di cura, l’infermiere c’è sempre. Punto di riferimento anche per tutte le altre figure che ruotano intorno al mondo della sanità, ma non solo. Punto di riferimento per tutti e per tutto, figura intorno alla quale ruota l’intero sistema.
Sono però tante le criticità che affliggono la categoria e con essa inevitabilmente anche la nostra sanità sempre più in difficoltà a garantire dotazioni organiche adeguate alla cura e all’assistenza dei cittadini in ogni contesto sanitario, come peraltro a garantire risorse adeguate per la riforma territoriale.
Sono infatti circa 6000 gli infermieri che mancano alla nostra regione. 21.504 quelli attualmente impiegati nelle 18 aziende sanitarie regionali al 31.12.2024, molte di loro ancora oggi non sono riuscite a coprire neanche il turn over.
La curva pensionistica prevede che la nostra regione perderà circa 1000 infermieri all’anno a fronte di poco più della metà delle previste nuove risorse. Infatti, come più volte abbiamo detto, il numero di iscrizioni alla facoltà di scienze infermieristiche non raggiunge il numero di posti disponibili e necessari.
Professione poco attrattiva per via di stipendi non adeguati e alla scarsa possibilità di carriera, condizione coniugata agli elevati disagi relativi al carico e alle condizioni di lavoro.
I più colpiti dal burnout, dalle aggressioni, dalle limitazioni funzionali, queste anche in considerazione degli eccessivi carichi di lavoro, tenuto conto di una età media che supera i 50 anni. Sottratti spesso dalle loro attività per compiti impropri, funzionali al funzionamento dei servizi ma ascrivibili ad altre figure.
Sono dati e condizioni chiare ed evidenti a tutti che ci preoccupano e che necessitano di risposte.
Nonostante tutto, oggi vogliamo rendere merito e omaggio innanzitutto all’elevato grado di responsabilità che gli infermieri dimostrano ogni giorno nonostante le criticità che si trovano ad affrontare senza tirarsi mai indietro, assumendosi quasi sempre l’onere di garantire il funzionamento dei servizi sopperendo alle carenze non solo di personale ma anche strutturali e organizzative, prendendo in carico i bisogni di salute dei pazienti".
Manca il ricambio generazionale
Il Nursind denuncia che la curva pensionistica farà perdere al Piemonte circa mille infermieri l'anno a fronte di poco più della metà delle previste nuove risorse. Infatti, c'è un altro dato non positivo. Il numero delle iscrizioni alla facoltà di Scienze infermieristiche non raggiunge il numero di posti disponibili a necessari.
Stipendi non adeguati e scarsa possibilità di carriera non rendono attrattiva la professione. Inoltre, le ripetute aggressioni al personale medico hanno dimostrato che gli infermieri sono i più esposti a casi di burnout, ossia esaurimento fisico e professionale causato dal troppo stress. Nonostante questa situazione, afferma ancora il Nursind, ci sono infermieri che tutti i giorni non si tirano indietro davanti alle sfide, sopperendo alle carenze di un sistema con gravi criticità.