TORINO

Eredità Agnelli, indagati anche Lapo e Ginevra Elkann

Sabato scorso, accogliendo in parte il ricorso presentato dai legali di John Elkann e di Ferrero, il tribunale del riesame aveva ordinato alla procura di restituire quasi tutto il materiale preso in consegna dalle Fiamme Gialle

Eredità Agnelli, indagati anche Lapo e Ginevra Elkann
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Contromossa della procura di Torino nella partita che si sta giocando intorno all'eredità di Gianni Agnelli.

I pubblici ministeri trattengono una buona parte delle carte che avevano fatto sequestrare l'8 febbraio dalla guardia di finanza ed estendono sia il campo degli accertamenti che l'elenco degli indagati: i nomi Lapo e Ginevra Elkann si aggiungono a quelli del fratello, John Elkann, amministratore delegato di Exor, e dello storico commercialista di famiglia Gianluca Ferrero (che non è chiamato in causa per la sua figura di presidente della Juventus).

Il ricorso

Sabato scorso, accogliendo in parte il ricorso presentato dai legali di John Elkann e di Ferrero, il tribunale del riesame aveva ordinato alla procura di restituire quasi tutto il materiale preso in consegna dalle Fiamme Gialle "qualora non detenuto per altra causa". I pm, oggi, hanno notificato per la seconda volta agli indagati il provvedimento di sequestro e dal documento, oltre al coinvolgimento di Lapo e Ginevra, si ricava che l'indagine è diventata più ampia.

Al centro resta il patrimonio riconducibile a Marella Caracciolo, la moglie di Gianni Agnelli, morta dopo una lunga malattia a 92 anni nel febbraio del 2019, nonna di John, Ginevra e Lapo. Se all'inizio si ipotizzava una dichiarazione infedele dei redditi della donna per il 2018 e 2019, adesso si risale fino al 2016.

La contestazione

La contestazione è legata al trattamento fiscale del vitalizio che, in base a un accordo preso nel 2004, riceveva da Margherita, la figlia, che aveva rinunciato all'eredità paterna in cambio di una 'buonuscita' quantificata, all'epoca, in un miliardo e 272 milioni di euro. Ora c'è anche un'ipotesi di truffa ai danni dello Stato, che probabilmente si riferisce a tasse di successione che avrebbero dovuto essere versate in Italia.
Secondo i magistrati Marella Caracciolo manteneva in Svizzera una residenza fittizia mentre dimorava stabilmente a Torino. In ambienti investigativi parlano di una vera e propria "strategia dell'evasione". E ora, per capire l'ammontare delle imposte che non sarebbero state onorate, l'obiettivo è risalire all'intero patrimonio. Sullo sfondo c'è 'Dicembre', la cassaforte che controlla tutte le società della famiglia.

Il 19 maggio 2004, Marella Caracciolo cedette ai fratelli Elkann le sue quote riservandosi il diritto di usufrutto. La circostanza è confermata da una declaratoria datata 30 giugno 2021. Ma in procura ritengono che ci siano delle circostanze da chiarire. Proprio le carte su 'dicembre' erano tra quelle che, secondo il tribunale del riesame, dovevano essere restituite.

L'avvio dell'indagine

A dare il via all'indagine è stato, alla fine del 2022, un esposto di Margherita Agnelli, madre di John, Lapo e Ginevra, che sull'eredità paterna, dopo avere rinnegato gli accordi del 2004, ha ingaggiato da quasi vent'anni una dura contesa giudiziaria. Finora senza successo.

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