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Dopo un lungo tira e molla, Torino dice addio alla ruota panoramica (che non ha mai avuto)

Doveva essere installata ai Giardini Ginzburg, proprio al di sotto del Monte dei Cappuccini. Ma da subito l'opera aveva sollevato dubbi e criticità

Dopo un lungo tira e molla, Torino dice addio alla ruota panoramica (che non ha mai avuto)
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Avrebbe dovuto essere una delle attrazioni in città, insieme alle palline da tennis giganti, durante le Atp Finals. Poi, avrebbe dovuto far parte degli addobbi natalizi insieme alle luminarie e alle Luci d'artista, ma il continuo tira e molla sulla ruota panoramica di Torino che ha fatto slittare più volte la sua installazione è arrivato ad una conclusione ed è quella che non la vedremo né ora, né mai.

Lo ha ribadito, in Consiglio comunale, l'assessore Domenico Carretta in risposta a due interpellanze sul tema.

Il no definitivo

L'istruttoria si era conclusa a fine novembre quando la conferenza dei servizi aveva dato parere negativo alla collocazione della ruota (per un massimo di 180 giorni), ai giardini Ginzburg, come previsto dal progetto vincitore del bando pubblico.

La spesa sostenuta dalla Città per il progetto è stata di circa 16 mila euro e se il procedimento amministrativo si fosse concluso positivamente non ci sarebbero state spese ulteriori rispetto a quelle relative alla redazione della relazione geologica e all'analisi di compatibilità idraulica dato che l'operatore selezionato avrebbe installato la ruota panoramica a sua cura e spese.

Perché erano stati scelti i giardini Ginzburg

Il Comune aveva affidato l’incarico di allestire, montare e rendere operativa l’attrazione alla società The Wheel di Riccione, la ruota doveva sorgere ai Giardini Ginzburg, dietro piazza Vittorio Veneto.

Queste le sue caratteristiche: 50 metri di altezza, 28 cabine panoramiche in grado di ospitare fino a 166 persone. 12 euro la tariffa a persona con riduzioni per famiglie, minori, gruppi e scolaresche. Dal Lungo Po quindi la ruota doveva sorgere proprio al di sotto del Monte dei Cappuccini.

Ma da subito l'opera aveva sollevato dubbi e criticità. A non essere contenti di queso allestimento e ad aver proposto zone meno centrali è stato il Coordinamento Tutela e Progettazione del verde (ente promosso da alcune associazioni come Pro Natura Torino, Italia Nostra Sez. di Torino, Circolo Ecopolis di Legambiente e Salviamo il Paesaggio - Torino, unitamente a diversi Comitati spontanei di cittadini attivi sul territorio) che aveva già comunicato alla Giunta di essere contrario al progetto che prevedeva il taglio di alcuni alberi presenti nel giardino.

 

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