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Corteo pro-Palestina a Torino: occupati binari alla stazione Porta Nuova, treni sospesi

Imbrattata anche una sede di Intesa Sanpaolo

Corteo pro-Palestina a Torino: occupati binari alla stazione Porta Nuova, treni sospesi
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Nella giornata di sabato 8 giugno 2024, il traffico ferroviario a Torino è stato interrotto quando un gruppo di manifestanti pro-Palestina ha invaso i binari della stazione di Porta Nuova.

Corteo pro-Palestina invade i binari della stazione Porta Nuova

Il corteo, che aveva sfilato nel centro storico nel pomeriggio, durante la giornata elettorale, ha visto la presenza delle forze dell'ordine che presidiavano i seggi. Erano circa cinquecento i partecipanti, partiti da Palazzo Nuovo.

Alcuni manifestanti hanno forzato un cancello dell'ingresso secondario della stazione in via Nizza. Alle 18.20, Trenitalia ha annunciato:

"La circolazione è sospesa a Torino Porta Nuova a causa della presenza di manifestanti nei pressi della linea che ostacolano il regolare traffico ferroviario. È in corso l'intervento delle Forze dell'Ordine per ripristinare la normale circolazione. I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono subire ritardi".

Poco dopo le 19, i manifestanti hanno lasciato la stazione, ma i treni in partenza hanno accumulato ritardi fino a 80 minuti. Sulle fiancate dei treni sono stati lasciati dei graffiti e su una, in particolare, è stata dipinta a caratteri cubitali, in rosso e verde, la scritta 'Free Gaza'.

In precedenza, in corso Matteotti, avevano imbrattato con vernice rosa un distributore di benzina dell'Eni. La società è considerata "complice del genocidio in Palestina" perché "espropria e devasta i territori palestinesi di gas nelle acque di Gaza". Imbrattata anche una sede di Intesa Sanpaolo in via San Francesco d'Assisi.

Le parole dei manifestanti

"Sono quattro settimane che studenti universitari stanno occupando Palazzo Nuovo per richiedere il boicottaggio accademico contro le università israeliane e le aziende che producono armi - spiegano gli universitari pro Palestina -. Sono espliciti i legami tra la ricerca accademica sionista e l'innovazione in campo bellico che permette le pratiche di colonizzazione e apartheid in Palestina; come universitari sentiamo la responsabilità di non essere complici del genocidio e dunque, di non permettere che i nostri saperi vengano messi al servizio del paradigma della guerra che sta imperando in tutto il mondo".

E ancora

"In mancanza di una resa da parte dell'intifada studentesca, la dirigenza universitaria si è trovata costretta a concedere un momento pubblico e in presenza per permetterci di esporre la mozione sulla rescissione degli accordi e la fissazione di un Senato straordinario per votare la proposta - sottolineano i ragazzi -. L'11 e 13 giugno ci saranno questi due primi momenti che segneranno di certo un passo importante nella direzione di indebolire l'entità sionista in tutte le sue manifestazioni anche qui a casa nostra, noi dovremo farci trovare preparati e numerosi", concludono dall'Intifada studentesca sostenendo che stanno dando un contributo concreto "per la liberazione del popolo palestinese".

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