TORINO

"Corsie ciclabili" e "Strade condivise" a rischio con il nuovo codice della strada

Ambientalisti ed associazioni sul piede di guerra

"Corsie ciclabili" e "Strade condivise" a rischio con il nuovo codice della strada
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Con il nuovo Codice della Strada, e con le nuove disposizioni introdotte dall’articolo 8, voluto dal ministro dei Trasporti della Lega, Matteo Salvini, sono a rischio le cosiddette "strade condivise" e "corsie ciclabili".

La modifica, non retroattiva, di fatto renderà fuori legge tutti quei nuovi percorsi realizzati "senza protezione fisica".

Ambientalisti ed associazioni sul piede di guerra

La scelta del Governo Meloni non piace alle associazioni ambientaliste e alle associazioni ciclistiche come Fiab che da sempre si battono per città più a misura di bicicletta e più sicure per evitare incidenti stradali (anche mortali) i cui costi ricadono, inevitabilmente, anche sulle tasche degli italiani.

A rischio le corsie ciclabili a Torino

Gli ultimi cambiamenti in merito al Codice della Strada, in discussione al Senato, qualora passassero, a Torino e in tutti gli altri comuni italiani, renderebbero di fatto irrealizzabili nuove corsie ciclabili "non protette" da barriere fisiche, il ché ostacolerà di conseguenza anche l'utilizzo della bicicletta, come mezzo di trasporto alternavo all'auto privata in città.

Il presidente di Fiab Bike Pride Torino, Milo Cuniberto, alla TGR:

"Le attuali infrastrutture non verrebbero toccate ma si parla di progetti futuri che sono determinanti.

E' fondamentale quanto uno spazio non consente di implementare una pista ciclabile, riuscire a convivere tutti insieme, rallentare dei vari mezzi e fare in modo che in un'unica sede stradale riescano a convivere. Vorremmo che venissero fatti degli emendamenti all'attuale codice che è in discussione".

La corsia ciclabile in corso Vittorio a Torino
La corsia ciclabile in corso Vittorio a Torino

Segnaletica da ripristinare

La Consulta la Mobilità ciclistica di Torino da tempo chiede di ripristinare la segnaletica nei controviali a 20-30 km/h, voluti dalla giunta Appendino.

"La Consulta della Mobilità Ciclistica e Moderazione del Traffico – organo ufficiale del Consiglio Comunale della Città di Torino – ha chiesto agli assessori Tresso e Foglietta informazioni e chiarimenti sullo stato degradato dei controviali condivisi a priorità ciclabile e sul ripristino della #segnaletica orizzontale. A partire dal 2020, in piena pandemia Covid, si concretizzò la proposta della Consulta di rendere a priorità ciclabile i controviali dei grandi corsi torinesi - in tempi ristretti e senza troppe risorse a disposizione - per accelerare la ripresa e favorire gli spostamenti in bicicletta, in una città dove il trasporto pubblico veniva visto come luogo di contagio.

Vennero però realizzati in sola segnaletica orizzontale e verticale, senza veri interventi strutturali di moderazione del traffico: solo un pittogramma di bicicletta e un bollo (grande o piccolo, a seconda dei casi) indicante la velocità massima consentita.

on il passare degli anni e fino a oggi, tra scarsa qualità dei materiali - sempre al massimo ribasso - e la grande usura da parte dei veicoli pesanti, la segnaletica orizzontale tende a sparire, se non viene regolarmente manutenuta.
Infatti, a giugno 2024, la Consulta rileva una totale usura della segnaletica, ormai sbiadita e pressochè invisibile.
Dal momento che – sul sedime stradale – gli interventi fatti finora sono stati purtroppo realizzati in sola segnaletica orizzontale, se questa viene meno, allora essi smettono di esistere: i controviali a priorità ciclabile sono spariti, senza più la sicurezza di pedalare in uno spazio condiviso a velocità moderata.
Non viene più quindi garantita la minima #sicurezza delle persone in bicicletta e monopattino. In questo modo, una persona in auto non si accorge più di muoversi in uno spazio dove vige una priorità ciclabile, in un contesto di velocità fortemente moderata, al fine di tutelare l’incolumità della cittadinanza.
Inoltre, i km di controviali ciclabili vengono addirittura inclusi nella nuova comunicazione “270”.
ma ciò non è più coerente con la realtà: gli spazi condivisi sono totalmente scoloriti, con i pittogrammi della bicicletta e limite 30 ormai spariti. Sarebbero quindi da eliminare dal conteggio totale.
Siamo tornati al 2019: le persone in auto guidano in uno spazio totalmente auto-centrico, senza più la segnaletica orizzontale come unico elemento di moderazione del traffico. È rimasta solo più la segnaletica verticale, con piccoli cartelli ai lati, quotidianamente ignorata.
La Consulta ha chiesto quindi di valutare:
• STEP 1: Manutenzione e ripristino urgente della segnaletica orizzontale scolorita, portando a 30 km orari i pittogrammi ancora ai 20. Si sollecita un impegno per procedere con la manutenzione e gestione della rete ciclabile, l'azione positiva di incremento degli assi rischia di essere vanificata se non si garantisse la manutenzione.

- Per manutenzione si intende la necessità di rivedere la pavimentazione degradata dei vecchi tracciati (a volte pericolosa), ripristinare e mantenere la segnaletica a terra ove scomparsa e rivedere alcuni vecchi tracciati non più a norma rispetto alle esigenze attuali di numero di ciclisti e funzionalità dei percorsi

• STEP 2: Piano manutentivo per le ciclabili con budget annuale. Al pari delle esigenze manutentive di tutto il suolo come strade e marciapiedi, la Consulta sollecita uno stato decoroso e sicuro anche per il manto di ciclabili e controviali condivisi: un investimento dedicato e costante negli anni.
• STEP 3: Qualità degli spazi condivisi con interventi strutturali, quali chicane per auto, attraversamenti rialzati, progressiva riduzione e alternanza di parcheggi per rompere la rettilinearità, materiali diversi dall’asfalto. Azioni concrete, strutturali, affinchè il disegno stesso della viabilità impedisca fisicamente di oltrepassare la velocità massima di 30 km orari. (E-Bis, Strada Urbana Ciclabile)".
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