Continua il calo dei contagi, Piemonte verso la zona gialla?
“Abbiamo numeri in costante e netto miglioramento".
In Piemonte continua il calo del contagio e presto la Regione potrà tornare in zona gialla. I dati del pre report settimanale.
Contagi in continuo calo
Nella settimana dal 31 gennaio al 6 febbraio in Piemonte il numero dei nuovi casi risulta in riduzione rispetto alla settimana precedente.
Si abbassa ulteriormente l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi, che scende da 0.73 a 0.54, e migliora anche l’incidenza, che passa a 819,64 casi ogni 100 mila abitanti (era 1.367.10). La percentuale di positività dei tamponi si riduce dal 24% al 19%.
Migliora anche il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva, che si abbassa dal 18,5% al 15,8%, e anche quello dei posti letto ordinari, che passa dal 29,3% al 26,4%, entrambi sotto la soglia di allerta.
“I dati ospedalieri continuano a migliorare e anche la curva epidemiologica in Piemonte è in costante e netta riduzione - sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. Da domani (oggi ndr) potremo finalmente togliere le mascherine all’aperto e tutto questo è merito dei vaccini, per cui continuiamo a essere responsabili e vacciniamoci”.
Verso la zona gialla?
Con questi numeri il monitoraggio settimanale dell’Iss dovrebbe certificare il passaggio del Piemonte dall’arancione al giallo (probabilmente da lunedì 14 febbraio 2022), grazie a 14 giorni consecutivi di terapie intensive sotto la soglia critica del 20% e quello dei posti letto ordinari sotto il 30%.
A decidere il cambio di colore nelle Regioni, infatti, è il tasso di ospedalizzazione. Sostanzialmente una Regione in zona bianca passa in zona gialla solo quando il tasso delle terapie intensive supera il 10% e contemporaneamente il tasso di occupazione dell’area medica supera il 15%.
Le stesse Regioni passano in zona arancione quando il tasso delle terapie intensive supera il 20% e contemporaneamente l’area medica supera il 30%.
Infine, si va in zona rossa quando le terapie intensive superano il 30% e l’area medica va oltre il 40%.