Coldiretti Torino a Parma per un’Europa vicina all’agricoltura e ai consumatori
"A Parma con 20mila agricoltori italiani come sede di una grande mobilitazione per un’Europa più coraggiosa e a difesa del cibo naturale Made in Italy"

Una rappresentanza di 900 agricoltori, amministratori locali, semplici cittadini, provenienti da tutta la provincia di Torino, parteciperà alla grande manifestazione nazionale di Parma indetta da Coldiretti per mercoledì 19 marzo 2025.
Per un'Europa più vicina ai consumatori
Una mobilitazione decisa dal più grande sindacato agricolo nazionale ed Europeo che ha raccolto le istanze del mondo agricolo e di una buona parte della società civile. Una manifestazione per la difesa dell’Europa ma per un’Europa più vicina ai consumatori e all’agricoltura ad iniziare dalle scelte sull’introduzione dei cibi artificiali.
Spiega il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda:
"Saremo a Parma con 20mila agricoltori italiani come sede di una grande mobilitazione per un’Europa più coraggiosa e a difesa del cibo naturale Made in Italy. Perché Parma rappresenta la nostra distintività, quella Food Valley nazionale che tutto il mondo ci invidia e da dove provengono tante eccellenze della Dieta Mediterranea oggi a rischio. Ma Parma è anche sede dell’EFSA (European Food Safety Autorithy), l’Autority europea per la sicurezza alimentare, che dovrà valutare le richieste di autorizzazione dei cibi cellulari fatti in laboratorio".
Una manifestazione in difesa dell’Europa. Per un’Europa più forte ma anche più decisa nella difesa dei suoi consumatori.
Osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici:
"L’attuale condizione di disordine di mancanza di unitarietà, ci invita a stringerci intorno all’Unione Europea. L’Italia ha bisogno dell’Europa. Lo Statuto dei cittadini europei, per moltissimi di noi, è un tutt’uno con la nostra appartenenza al Paese Italia. Ma essere con l’Europa non significa non metterne in evidenza i limiti, le carenze, i ritardi, spesso la mancanza di coraggio. Lavoriamo per un’Europa migliore, più equa, più forte, più generosa e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e per la tutela della salute dei cittadini europei".
Cosa chiede Coldiretti
Coldiretti chiede alla Commissione europea:
1) Risorse adeguate per sostenere il settore agricolo europeo, da destinare solo ai veri agricoltori;
2) Meno burocrazia e più semplificazione per gli agricoltori europei, partendo dalla riduzione dell’incomprensibile carico di impegni associato agli “Eco-Schemi”;
3) Indicazione obbligatoria del Paese d’origine in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa;
4) L’abolizione della regola dell’ultima trasformazione sostanziale del codice doganale, che consente, ad esempio, al concentrato di pomodoro cinese con una sola aggiunta di acqua, di diventare “passata” Made in Italy da vendere all’estero;
5) No a etichette allarmistiche o tasse sul vino;
6) Sì a reciprocità negli accordi internazionali e più controlli alle frontiere contro le importazioni sleali;
7) Regole e trasparenza sui cibi ultraformulati;
8) I cibi cellulari prodotti in laboratorio non siano trattati come nuovi cibi ma come farmaci.
All’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), Coldiretti chiede:
1) di rispondere alle richieste degli scienziati di intraprendere studi medici (preclinici e clinici) sui cibi cellulari a tutela della salute delle persone;
2) di valutare tutte le domande di autorizzazione dei cibi cellulari senza ricorrere a scorciatoie.
Coldiretti Torino aveva raccolto 15.000 firme nei mercati di Campagna Amica, nelle fiere e nelle manifestazioni anche per chiedere che i cibi a base cellulare siano sottoposti agli stessi iter autorizzativi riservati ai nuovi farmaci. La petizione era stata firmata anche da 155 amministratori locali ed era stata recepita da ben 47 Comuni della città metropolitana che avevano approvato specifici ordini del giorno e mozioni a sostegno.