un buco da 7 milioni

Città della Salute di Torino, bilanci truccati: 25 avvisi di garanzia. L'azienda sanitaria: "Estranei ai fatti"

Secondo le indagini, i bilanci sarebbero stati manipolati per ridurre il deficit, con particolare riferimento alle entrate derivanti dalla libera professione medica

Città della Salute di Torino, bilanci truccati: 25 avvisi di garanzia. L'azienda sanitaria: "Estranei ai fatti"
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La Procura di Torino ha concluso l'inchiesta sui bilanci della Città della Salute, notificando 25 avvisi di garanzia. Secondo le indagini, i bilanci sarebbero stati manipolati per ridurre il deficit, con particolare riferimento alle entrate derivanti dalla libera professione medica.

I reati contestati sono il falso e, per alcuni, anche la truffa, per danno erariale quantificato attorno ai 7 milioni di euro.

Città della Salute: 25 avvisi di garanzia

Gli investigatori hanno scoperto che, per diversi anni, nessuno avrebbe richiesto ai medici che svolgevano attività sanitaria intra moenia il pagamento della quota del 5% stabilita dalla legge Balduzzi, destinata a chi esercita privatamente all'interno delle strutture pubbliche. Questa omissione ha contribuito a creare un buco finanziario di milioni di euro.

Fra i destinatari degli avvisi di garanzia figurano i direttori generali che hanno gestito la struttura ospedaliera tra il 2013 e il 2022, insieme a direttori sanitari, amministrativi, manager e membri del collegio sindacale. Secondo i pubblici ministeri Giulia Rizzo e Mario Bendoni, i soggetti coinvolti avrebbero mancato di rispettare i principi di diligenza professionale e correttezza nel loro ruolo di vigilanza e controllo.

Una questione che si trascina da tempo e che ha visto anche più di una denuncia, tra cui quella nell’estate del 2022 del sindacato dei camici bianchi Anaao-Assomed in cui si contestava alla azienda un ammanco di circa 7 milioni.

“Le cifre – scriveva allora il sindacato – dovevano essere accantonate dall'azienda, a partire dalle somme pagate per l’intramoenia dei medici dipendenti, ma una parte di questi soldi è stata destinata ad altre attività ed un’altra parte non è mai stata chiesta agli utenti. Questo – sempre secondo la denuncia di Anaoo-Assomed – in violazione di un esplicito accordo firmato con i sindacati dei medici e ancora oggi colpevolmente disapplicato. Il cosiddetto decreto Balduzzi inserisce, tra le numerose trattenute sulla cifra pagata dai pazienti per una visita in intramoenia, una somma pari al 5% a partire dal compenso del libero professionista da vincolare ad interventi di prevenzione o di riduzione delle liste di attesa”. Nel documento si evidenziava inoltre che “l'azienda ha, invece, destinato questo 5%, in parte ad altre attività e in parte ha omesso di aggiungerla all'onorario da pagare al medico, determinando un progressivo ammanco di oltre 7 milioni che sarebbero dovuti servire per la riduzione delle liste di attesa”.

La nota della direzione

In seguito alla diffusione della notizia, la direzione aziendale Città della Salute di Torino, ha diffuso una nota stampa:

"In relazione alle recenti notizie stampa, si segnala che questa Amministrazione si ritiene assolutamente estranea ai fatti per i quali si procede, avendo sempre operato con dedizione e massima professionalità. Siamo certi che si farà senz’altro luce e chiarezza sulla insussistenza di colpe e negligenze a carico di questa amministrazione. Nella sicurezza che la Giustizia farà il proprio corso ci teniamo a precisare che l’attuale Direzione Aziendale ha collaborato e sta continuando a fornire ai competenti organi il proprio prezioso contributo. Nel frattempo, prosegue l’importante azione di riorganizzazione di tutte le procedure amministrative e contabili volte al conseguimento dei migliori risultati e obiettivi aziendali."

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