C'è la siccità, ma la Fontana di Ercole a Venaria non spreca una goccia d'acqua
L'opera è stata realizzata fra il 1669 e il 1672.
Nonostante la siccità che sta mordendo tutta l'Italia e in particolare le regioni del nord, che spinge tutti noi ad un uso sempre più consapevole dell'acqua, è stata inaugurata nella giornata di ieri, martedì 21 giugno 2022, la Fontana dell'Ercole Colosso. Un tassello che riguarda la riqualificazione e il recupero di un angolo importante della Reggia di Venaria, iniziato ben 14 anni fa.
L'opera storica ha una particolarità rispetto alle comuni fontane che conosciamo da tempo: l'acqua, attualmente, non arriva più dal vicino torrente Ceronda, affluente della Stura di Lanzo, ma direttamente dalla falda, attraverso un sistema di pompe. Di questi tempi di carenza d'acqua è sicuramente una tecnica che permette di non far sprecare l'oro blu che diventa sempre più prezioso.
La storia della fontana
Il complesso della Fontana dell’Ercole Colosso, realizzato tra il 1669 e il 1672 per i Giardini, era il luogo delle feste: una straordinaria “macchina scenografica barocca”, frutto del dialogo tra natura e architetture, che dai primi di luglio sarà aperta al pubblico come ulteriore imperdibile attrazione dei Giardini della Reggia.
E' stata progettata da Amedeo di Castellamonte per la nuova Reggia voluta da Carlo Emanuele II, ma venne smantellata e interrata già a inizio Settecento a causa di gravi eventi bellici e di un mutamento del gusto.
Il complesso originale, con i suoi giochi d'acqua, le 54 statue, e le 65 mila conchiglie incastonate nelle grotte del ninfeo, le scalinate marmoree e i padiglioni ombrosi, giaceva da secoli seppellito sottoterra. La fontana venne poi demolita nel 1711, interrandone le strutture oggi in parte recuperate, mentre i suoi pezzi più preziosi furono donati a nobili famiglie piemontesi, come i telamoni ora al Castello di Govone.
Al centro della fontana attuale domina nuovamente la statua dell’Ercole senza più suoi attributi in bronzo (tra cui la celebre clava), finora conservata nei Giardini Reali, è stata ricollocata, come detto, al centro della nuova vasca e dei padiglioni contemporanei, evocativi del progetto castellamontiano.
Da chi è stato finanziato il restauro
Il restauro dell'opera è stato possibile grazie all’indispensabile contributo di aziende e agli enti soci della Consulta di Torino cui si sono uniti prestigiosi partners: Fondazione Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Reale Mutua, Consorzio delle Residenze Sabaude, A.V.T.A. – Amici Reggia Venaria Reale e Iren.
"Può sembrare problematico - ha sottolineato il direttore della Reggia, Guido Curto all'Ansa Piemonte - inaugurare una fontana in questo periodo di siccità, ma da storico dell'arte ricordo che le fontane nascevano dove c'era bisogno di freschezza: speriamo quindi che sia di buon auspicio. I visitatori vedranno un'opera di ingegno del Seicento dove i pezzi originali ci sono, e tutto quello che non c'era è moderno, si stacca e si vede".