Braccialetti elettronici, il sindacato dei carabinieri: "Il caso di Roua non è isolato, serve una verifica urgente di tutto il sistema di vigilanza"
"Abbiamo nuovamente constatato che i casi di interruzioni del servizio, o addirittura non funzionamento, sono troppi"
A quasi un mese dal femminicidio di Roua Nabi, giovane mamma tunisina uccisa dall'ex marito davanti ai figli, pesa ancora come un macigno quel "se" legato al malfunzionamento del braccialetto elettronico dell'assassino.
L'omicidio di Roua Nabi
Il 48enne, ora in carcere, era già stato denunciato in passato per violenza famigliare e al momento dell'omicidio indossava un braccialetto elettronico anti-stalking che avrebbe dovuto allertare la questura tutte le volte che era in prossimità della ex moglie.
L'ex di Roua, quindi, non avrebbe dovuto neanche avvicinarsi al condominio di via Cigna 66 a Torino, invece sale nel suo ex appartamento, i due litigano furiosamente, come capitava da mesi, ma questa volta Ben Alaya Abdelkader ha con sé un coltello con il quale colpisce mortalmente la madre dei suoi figli.
Un caso emblematico
Il caso diventa emblematico sollevando dubbi e criticità legate al dispositivo.
Da subito l’Unione sindacale militare interforze associati (Usmia) commenta la vicenda denunciando una media di 30 falsi allarmi al giorno. In caso di errori i sistemi devono essere gestiti dai tecnici che devono recarsi di persona con le forze dell’ordine sul posto per verificare il possibile malfunzionamento. Inutile dire che si tratta di errori che costano parecchio tempo alle forze dell’ordine e stress (nelle migliori delle ipotesi) per chi è potenzialmente vittima di violenza. Ma quando il dispositivo viene manomesso o non funziona in caso di reale pericolo?
E ora anche il sindacato dei carabinieri, l'Nsc, richiama l'attenzione sul malfunzionamento dei braccialetti ribadendo:
Abbiamo nuovamente constatato che i casi di interruzioni del servizio, o addirittura non funzionamento, sono troppi.
Il segretario Ilario Castello, in particolare, chiede l'intervento del ministro dell'Interno Piantedosi, per
una verifica urgente di tutto il sistema di vigilanza, controllo e supporto, a tutela delle vittime ma soprattutto a tutela della credibilità delle forze dell'ordine che quotidianamente vengono messe in discussione proprio per il malfunzionamento del sistema elettronico non dovuto ad errore umano degli operatori di polizia.
Come funziona il braccialetto elettronico
Nel caso specifico di Torino i dispositivi erano due, uno non rimovibile per lo stalker e un altro per la sua vittima (uno smartwatch), da capire infatti anche perché Roua avesse disattivato il suo. Quello della vittima infatti serve per essere avvertita di un avvicinamento pericoloso. Il sistema funziona con Gps e deve essere sempre portato con sé dalla potenziale vittima. Nel caso lo stalker sia troppo vicino, il dispositivo inizia a suonare avvertendo la donna, la polizia e i carabinieri. Dalla sala operativa a questo punto parte la richiesta di gelocalizzazione. In caso di spiegazioni non convincenti si interviene.
In Italia i primi test per i braccialetti elettronici sono iniziati fra 2001 e 2003, a marzo del 2017 i braccialetti in uso in Italia erano solo 20.
Fastweb vince una gara d’appalto fino al 2021 per gestire i braccialetti elettronici in tutta Italia. Nel 2023 la società si è aggiudica un altro bando fino al 2025. A dicembre 2023, il numero di braccialetti attivi era di 5.695. Con l’introduzione della legge n.168 nel 2023 (Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica presentata dai ministri Roccella, Piantedosi e Nordio) e le modifiche sul Codice rosso del 2019, i numeri per la fine del 2024 dovrebbero crescere ancora. Ad oggi sono 8.253 di cui 2.872 per casi di stalking.