piemonte

"Blue tongue": il virus che fa paura agli allevatori piemontesi impenna nel torinese

In Italia si sono ammalati centinaia gli animali e ci sono stati almeno 200 morti

"Blue tongue": il virus che fa paura agli allevatori piemontesi impenna nel torinese
Pubblicato:

Gli inglesi lo chiamano "Blue tongue" perché in effetti la lingua degli animali che ne sono colpiti, per la cianosi, diventa blu. Il virus che da mesi minaccia gli allevamenti in Piemonte (e non solo) si è diffuso in proporzioni allarmanti e, pur colpendo con le conseguenze più gravi le pecore, non risparmia le mucche ed altri ruminanti.

Impennata ad agosto

La febbre è diffusa da un piccolo insetto - il culicoide - che il clima prima umido poi caldo di quest'estate sembra aver favorito. In Italia i contagi sono aumentati da inizio agosto . A fine mese risultavano 25 i focolai nella nostra regione.

Qui, le specie risultate positive sono bovini, ovini e camelidi.

In Valchiusella, la situazione è particolarmente critica, con 40 allevamenti ovini e circa 200 bovini potenzialmente a rischio.

Il Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario ha confermato la presenza di focolai nella provincia di Torino.

Ecco dove: 

  • Almese
  • Balma
  • Cantalupa
  • Castelnuovo Don Bosco
  • Gassino Torinese
  • Grugliasco
  • Pinasca
  • Pinerolo
  • Rivara
  • San Germano Chisone
  • San Mauro Torinese
  • San Raffaele Cimena
  • Settimo Vittone
  • Torino
  • Val della Torre
  • Villarbasse
  • Vinovo

Se è vero che il virus non deve preoccupare l'uomo (non si trasmette neanche consumando latte e carni di bestie malati) è purtroppo vero che comunque ci sono conseguenze gravi sugli animali che una volta guariti perdono il latte, va da sé che la produzione di latte quindi è in pericolo. Inoltre, gli animali quando si ammalano dimagriscono e dunque diventano inservibili anche per la macellazione.

QUI LA MAPPA CON I FOCOLAI IN PIEMONTE

Introvabile il vaccino

Il vaccino per il ceppo che si sta diffondendo esiste, ma in Italia al momento è già quasi introvabile. Di qui la richiesta di aiuto, urgente, di associazioni di categoria come Coldiretti che chiedono alle istituzioni, in primis alla Regione, di aiutare gli allevatori a proteggere i propri animali.
Intanto, le ASL stanno trattando in via sintomatica e con insettorepellenti gli animali.

Seguici sui nostri canali