Augusta Montaruli è la nuova sottosegretaria per l'Università ma il suo passato pesa (e non poco)
Nel dicembre di quasi un anno fa, è stata condannata a un anno e sette mesi di reclusione per peculato.
Due cristalli Swarovski, una borsa Borbonese, scontrini di ristoranti, pub e bar. Sono alcune delle "spese pazze" che hanno creato un terremoto politico in Piemonte nel 2013 che ha portato all'inchiesta "Rimborsopoli".
Tra gli indagati e poi condannati c'è Augusta Montaruli, l'ex consigliera regionale che sostenne per quasi quattro anni, la giunta leghista dell'avvocato Roberto Cota (ora membro di Forza Italia).
Chi è la nuova sottosegretaria
Nata nel 1983 a Torino, è una donna da sempre di destra prima nel PDL poi in Fratelli d'Italia. Ha fatto parte di Azione giovani, il movimento ufficiale dei giovani di Alleanza Nazionale, partito fondato da Gianfranco Fini. Durante la sua carriera all'università di Torino, la Montaruli è diventa rappresentante degli studenti per il Fuan, il Fronte universitario d'azione nazionale. Nel lontano 2004 si è candidata sindaco di Pessinetto ma ottenne una percenuale bassa che non gli ha permesso di diventare prima cittadina. Alle elezioni politiche del 2013 è stata candidata alla Camera nella circoscrizione Piemonte 1 ma anche qui non ha avuto fortuna. Ci ha riprovato nel 2018 e nel 2022. In entrambe le competizioni è stata eletta alla Camera dove tutt'ora è onorevole.
L'inchiesta Rimborsopoli
Nell'aprile del 2013, la Guardia di Finanza di Torino ha notificato avvisi di garanzia a 52 consiglieri regionali del Piemonte, indagati dalla Procura per peculato e, in particolare, per avere utilizzato in modo illecito i fondi destinati ai gruppi consiliari, nel periodo compreso tra maggio 2010 e settembre 2012. Ad entrare nell'occhio del ciclone c'è altresì l'ex presidente leghista Roberto Cota, per le presunte "mutande verdi" che avrebbe acquistato durante un viaggio negli Stati Uniti.
La nuova sottosegretaria all’Università e alla Ricerca in quota Fratelli d’Italia, nel nuovo governo Meloni, è finita anche lei, come dicevamo, nell’inchiesta Rimborsopoli della Regione Piemonte. Nel dicembre di quasi un anno fa, è stata condannata, per i fatti contestati, a un anno e sette mesi di reclusione per peculato.
Due anni prima, nel novembre 2019, la Cassazione ha confermato l’impianto delle accuse. Ad eccezion fatta per un dettaglio, ragione per cui ha ordinato un secondo processo in corte d’appello che il 14 dicembre 2021 ha confermato la condanna a un anno e sette mesi.
Il libro «Sexploration»
L'onorevole, durante il suo mandato da consigliera, avrebbe (il condizionale è d'obbligo) fatto passare un libro "hard" come attività istituzionale. Un particolare che non è passato inosservato sia quando scoppiò il caso che ora che è diventata sottosegretaria.
Lei, a distanza di tempo, si difende:
«È tutto da provare che quel volume sia mio. Ma non è chissà che libro...».
La Montaruli fa sapere tramite un'intervista come la pensa sull'operato della magistratura che le imputa ben 41mila euro di fondi dei contribuenti spesi in oggetti che hanno altri fini non certo istituzionali come, appunto, il libro sulle attività erotiche. Tra le sue intenzioni non c'è l'idea di " avere incarichi importanti nelle istituzioni a Torino" almeno finché non si sarà chiuso il procedimento giudiziario su di lei.
A chi gli chiede se il libro lo avesse comprato davvero durante il suo mandato in Regione, risponde dicendo che "parleranno gli avvocati e che non da queste informazioni ai giornalisti".
Secondo l'onorevole le procure dovrebbero comportarsi meglio e non additare alle persone cose che non esistono. Accuse che, a suo dire, danneggiano le persone a cui vengono attribuite.
Sul libro "hard", nel corso dell'intervista, sottolinea che non c'è nulla di così strano, scandaloso e ricorda che il Comune di Torino finanzia libri che parlano di transgender che vengono distribuiti negli istituti scolastici.