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Attivisti pro Palestina sulla Mole Antonelliana e a Palazzo Nuovo, domani il corteo

Nella giornata di oggi  anche l'Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino ha lanciato un appello per il cessate il fuoco

Attivisti pro Palestina sulla Mole Antonelliana e a Palazzo Nuovo, domani il corteo
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Nel primo pomeriggio di oggi, 16 novembre 2023, un centinaio di attivisti pro Palestina, tra cui molti studenti universitari hanno occupato la Mole Antonelliana di Torino appendendo uno striscione con il quale hanno chiesto il cessate il fuoco immediato.

Occupata anche l'Università

Domani mattina, venerdì 17 novembre 2023, gli attivisti manifesteranno anche con un corteo che partirà da Palazzo Nuovo dove da mercoledì sventola una bandiera della Palestina issata dal collettivo Studenti per la Palestina.

In un comunicato diramato sui social fanno sapere:

"Come studentesse e studenti dell’Università di Torino abbiamo deciso di prendere parola e aprire insieme un percorso di discussione e di lotta rispetto a ciò che sta succedendo in Palestina. È nostro compito rispondere all'indifferenza che i luoghi del sapere, le Università e le scuole, hanno mostrato nei confronti dello sterminio del popolo palestinese.

Da più di un mese avviene l'intensificazione del genocidio ai danni del popolo palestinese. Solo a Gaza sono più di undicimila le persone uccise per mano dell'esercito sionista di cui 2.600 studentesse e studenti di vario ordine e grado e al tempo stesso sono state bombardate più di 212 scuole che da un mese a questa parte fungevano come rifugio per le persone sfollate in seguito ai bombardamenti."

Gli studenti oltre al cessate il fuoco immediato chiedono anche:

"la rescissione di ogni accordo accademico con gli atenei israeliani; lo stop alla ricerca in ambito bellico; l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza; la fine dell’occupazione in Palestina; una presa di posizione anticoloniale e antisionista e che l’Italia rompa immediatamente ogni accordo con Israele."

 

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L'Ordine dei Medici e Odontoiatri per il cessate il fuoco

Nella giornata di oggi anche l'Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino ha lanciato un appello per il cessate il fuoco:

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, a Gaza gli ospedali non funzionano più e si sono trasformati in cimiteri: non più un luogo di cura ma un luogo di morte. Se esiste forse qualcosa di peggiore di una guerra, per un medico è l’idea che ci siano feriti gravissimi e di non poterli soccorrere. Che ci siano pazienti curabili, ma non più l’elettricità e i farmaci per poterli curare.

Eppure i medici, da cosa raccontano gli organi di informazione, rimangono lì, negli ospedali, sotto i bombardamenti, senza acqua, cibo, elettricità. I medici e gli infermieri non sono obbligati se non dall’etica, che è la stessa per tutti noi, a stare accanto ai pazienti, anche se non possono quasi più fare nulla per loro. Noi siamo i medici di Gaza, come siamo i medici di tutti i territori in guerra. Per questo ci uniamo all’appello della Croce Rossa internazionale per chiedere urgentemente la protezione del personale sanitario, dei pazienti e il risparmio degli ospedali. E ci uniamo alla richiesta dell’Onu di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza. Perché l’orrore si fermi.

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