Animalisti d'assalto difendono i cinghiali: "Tutta colpa dei cacciatori"
Gli aggressivi ungulati, non autoctoni, distruggono raccolti e creano problemi. Servirebbe un drastico piano di contenimento, ma...
Problema dei cinghiali: dopo le lamentele degli agricoltori e le numerose segnalazioni di escursionisti che se la son vista brutta davanti agli aggressivi ungulati, tocca agli animalisti d'assalto scendere in campo.
A favore dei cinghiali
Come: ovviamente a favore dei cinghiali e bacchettando/rimproverando il comportamento umano nei loro confronti. Si tratta dell'associazione "Coordinamento animalista" che, nei giorni scorsi, aveva anche cercato di impedire la corsa dei buoi di Asigliano (Vercelli) definendola "una tradizione abominevole" senza peraltro riuscirci. Sia come sia, gli animalisti-ultrà hanno preso posizione sulla questione dei cinghiali soprattutto dopo che la Regione Piemonte ha intrapreso un percorso per "sfoltire" la popolazione di ungulati molesti e nello stesso tempo promuovere l'enogastronomia piemontese. Ecco il comunicato del sodalizio ambientalista / animalista:
"Il problema cinghiali esiste perché, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e sino a pochi anni fa, ci sono state immissioni a scopo venatorio. I cinghiali si sono moltiplicati in Italia col solo scopo di consentire a una minoranza di cacciatori di divertirsi sparando e uccidendo. Ciò premesso appare evidente che chi ha creato il danno deve pagarne le conseguenze, anche in termini economici. Il risarcimento dei danni da cinghiale va di conseguenza attribuito interamente agli Atc, gli Ambiti Territoriali di Caccia. In questo modo sarebbe chi trae vantaggio dalla presenza di quella che agli occhi dei cacciatori è solo selvaggina a sopportare gli effetti collaterali negativi di immissioni praticate per decenni. In caso contrario, come avviene oggi, sarebbero gli stessi danneggiati a ripagare i propri danni attraverso le tasse, dirette e indirette, che gravano su tutti i cittadini onesti. Ovviamente anche cittadini assolutamente contrari alla attività venatoria di sorta.
Chi urla di più non ha ragione
"Il secondo punto da tenere ben fermo riguarda una constatazione sotto gli occhi di tutti: l’attuale sistema di controllo della popolazione dei cinghiali è risultato del tutto fallimentare visto che i danni non sono affatto diminuiti. Le proteste a cielo aperto di questi giorni hanno lo scopo di attirare l’attenzione dei media (e conseguentemente della gente comune) sul falso problema. La pericolosa dannosità del cinghiale e non la folle e insensata politica praticata sino ad oggi. È una questione di giustizia. Chi urla più forte non ha per forza ragione. Semplicemente, urla. E coinvolge cittadini/spettatori che poco o nulla sanno al riguardo. Senza rispetto infine per nessuno".
Quindi, in soldoni, secondo gli animalisti la colpa del proliferare di cinghiali sarebbe dei cacciatori. Una visione che potrebbe far discutere, anche all'interno del mondo venatorio.
Infatti, molte "doppiette" non vedrebbero l'ora di poter cacciare liberamente questi aggressivi ungulati, contribuendo così notevolmente al loro abbattimento e ridimensionamento. Il senso è: dando via libera alla caccia e ai cacciatori, in quattro e quattr'otto il problema cinghiali sarebbe risolto (a suon di schioppettate). Ma, ancora una volta come un cane che si morde la coda, i piani di contenimento devono essere approvati e realizzati sotto l'égida della Regione e degli Atc. Il che allunga i tempi e permette ai cinghiali di figliare a più non posso...