Gender Fluid

Al liceo Cavour non esistono più maschi e femmine

La scuola superiore ha dato via libera all'azzeramento di differenze dovute al genere, ma come la mettiamo con l'analisi grammaticale? Insorge il centrodestra.

Al liceo Cavour non esistono più maschi e femmine
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Clamorosa decisione di una scuola superiore torinese, il Liceo Cavour, dove sono banditi i termini di genere, maschi e femmine, e che permetterà ai propri studenti di modificare parole italiane per non dare connotati di appartenenza. E l'analisi grammaticale?

Problema grammaticale

Come la mettiamo con il famoso "aggettivo qualificativo, maschile, singolare ecc"? Non esiste più maschile o femminile neppure nella lingua italiana? Questioni solo apparentemente di lana caprina. Sta di fatto che il liceo torinese aderisce a "Noi siamo pari", progetto del Miur (Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca) per lavorare sui temi dell'inclusione di genere. La decisione era stata presa a maggio dal Consiglio d'Istituto, su proposta di un docente nella cui classe un alunno (o alunna) era in fase di transizione di genere. Così il preside della scuola Vincenzo Salcone:

"C'è una grande sensibilità verso questi temi e la risposta è stata estremamente positiva. Abbiamo formalizzato all'interno di un regolamento quello che loro vivono nella quotidianità. La nostra Costituzione vieta le discriminazioni, incluse quelle sul sesso. Non abbiamo fatto niente di rivoluzionario, se non dare attuazione al trattato costituzionale nelle nostre normative interne".

Tutto normale dunque, a tal punto che i docenti non si spiegano come mai questa decisione diventi notizia e sia (perfino!) contestata da qualcuno. Ad esempio dagli esponenti politici di centrodestra.

Insorge il centrodestra

Come la parlamentare torinese di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli, che ha dichiarato:

"Esiste un modo per non discriminare che non storpia l'italiano. In questo la scuola dovrebbe dare l'esempio e non cedere a provvedimenti ideologici che peraltro, anziché difendere l'identità di ognuno, la annientano".

La seguace della Meloni ha quindi annunciato l'intenzione di scrivere al ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, per chiedere un intervento in merito. Più su nella scala gerarchica, perfino il leader leghista Matteo Salvini ha voluto esprimere la propria opinione. Usando queste parole su Facebook: "Un conto è il rispetto, altro conto è una folle corsa verso il niente. Basta!". Insomma una vicenda quella del liceo di Torino che abolisce il genere nelle frasi, niente più maschi e femmine, destinata a far discutere ancora a lungo. E sulla quale forse ci si aspetta una risposta univoca da parte del Ministero che regola (o dovrebbe regolare) le attività all'interno degli istituti scolastici.

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