INTERVENTO STRAORDINARIO

A Torino un complesso trapianto di fegato salva la vita di una bambina di soli 7 mesi

Eseguito presso le Molinette un trapianto di una parte di fegato e l'autotrapianto di vena porta

A Torino un complesso trapianto di fegato salva la vita di una bambina di soli 7 mesi
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Salvata bimba di 7 mesi con trapianto di una parte di fegato pediatrico ed autotrapianto di vena porta, eseguito all’ospedale Molinette di Torino.

Salvata bambina di 7 mesi

Una storia di speranza si è conclusa con successo all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, dove una bimba di soli sette mesi è stata salvata grazie a un trapianto di fegato pediatrico e a un autotrapianto di vena porta.

Rara malformazione

La neonata, che pesava solo sei chilogrammi, era nata a febbraio con una rara malformazione delle vie biliari. Dopo un intervento chirurgico riparativo nel mese di giugno, la sua condizione è purtroppo peggiorata, costringendola a entrare in lista d’attesa per un trapianto nel luglio scorso. A causa di un progressivo deterioramento della funzionalità epatica, la situazione è diventata critica, portando al ricovero urgente a settembre presso la Gastroenterologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita (diretta dal dottor Pierluigi Calvo).

Il donatore e il trapianto

Dopo tre settimane di ricovero e con i marcatori di insufficienza epatica ai limiti, la bimba ha ricevuto la tanto attesa notizia: un donatore pediatrico. In Veneto, la famiglia di un adolescente deceduto per trauma cranico ha acconsentito al prelievo degli organi, dando inizio a una catena di collaborazione tra i centri di trapianto. Il professor Renato Romagnoli, direttore del Dipartimento Trapianti della Città della Salute, ha accettato la parte sinistra del fegato del donatore per la delicata operazione.

L'intervento

La procedura di trapianto, nota come “split”, ha coinvolto un’équipe di esperti provenienti da Torino e dall’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. L’operazione, durata ben 12 ore, si è rivelata particolarmente complessa a causa del severo restringimento della vena porta della piccola. I chirurghi hanno optato per un autotrapianto, utilizzando la vena giugulare destra della bimba come sostituto.

Il ritorno a casa

Durante il lungo tempo in sala operatoria alle Molinette, si sono avvicendati gli anestesisti dottori Angelo Panio, Luca Cremascoli, Patrizia Andruetto e Stefano Skurzak, oltrechè innumerevoli infermieri ed operatori socio-sanitari esperti nel trapianto di fegato.  Fortunatamente, il decorso postoperatorio è stato regolare.

La ripresa funzionale del fegato trapiantato è stata ottimale e le condizioni generali della bimba sono migliorate in modo straordinariamente rapido. A tal punto che, a sole 3 settimane dal trapianto, la piccola ha fatto rientro a casa. Da ricordare anche le numerose unità di sangue pediatriche che sono state utilizzate per permettere questa impresa, tutto grazie ai donatori della Banca del Sangue e Immunoematologia della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Marco Lorenzi).

“Questo intervento complesso dimostra l’eccellenza del sistema trapianti della nostra regione,” ha commentato Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, ringraziando le famiglie dei donatori di organi e i donatori di sangue.

“È una storia a lieto fine che testimonia la collaborazione tra i nostri ospedali e il valore dei professionisti che operano per salvare vite,” ha aggiunto Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino.

La vicenda della bimba di sette mesi rappresenta un esempio toccante di come la sinergia tra ospedali, donatori e famiglie possa fare la differenza nel difficile percorso del trapianto di organi.

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