dal 7 all'11 ottobre

A Torino la European Cybersecurity Challenge: una sfida a colpi di codice tra giovanissimi di tutto il mondo

I partecipanti hanno tra i 14 e i 25 anni e sono divisi per nazionalità, l'obiettivo? Riuscire a recuperare dati sensibili dimostrando la vulnerabilità di alcuni sistemi

A Torino la European Cybersecurity Challenge: una sfida a colpi di codice tra giovanissimi di tutto il mondo
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Centinaia di giovani seduti con gli occhi puntati sui loro monitor, concentratissimi, il solo rumore di dita che digitano velocissime.
L'atmosfera, per chi non è affine a certi ambienti, è alla Black Mirror, serie televisiva, genere distopico, che racconta di un futuro prossimo che è quasi presente in cui l'uomo è praticamente dominato dalla sue "creazioni": macchine tecnologiche, algoritmi, social.

E invece la sfida all'ultimo clic negli spazi delle Ogr di Torino dove, per la prima volta in Italia, si stanno svolgendo le "Olimpiadi della Cybersicurezza" è, oltre che un evento estremamente stimolante per chi si sta avvicinando al coding, anche l'occasione per mettersi alla prova (in un ambiente multiculturale e multilinguistico) e mettere alla prova i sistemi ai quali noi comuni mortali affidiamo la nostra "vita", i nostri dati sensibili.

Come funziona la competizione

Spiega Mario Polino, allenatore dell'Italia:

“L'idea è che ci sono dei sistemi che sono vulnerabili e le squadre devono riuscire a recuperare dei dati sensibili che sono in questi sistemi. Vi faccio un esempio: magari c'è un servizio di messaggistica e lo scopo è recuperare un messaggio privato”.

I ragazzi che si sfidano hanno tra i 14 e i 25 anni, divisi per nazionalità (partecipano 40 Paesi) in squadre da dieci persone in sfida, tra codici e schermi, per 48 ore.

Entrare in squadra non è per niente facile. Ma d'altra parte per molti c'è in gioco molto di più di una competizione, per molti di questi giovani, la cybersicurezza diventerà una professione. Anche perché sia nel pubblico che nel privato l'offerta di lavoro non manca.

Frame dalla diretta streaming di oggi 10 ottobre 2024

 Alessandro Armando, direttore del Cybersecurity national lab dichiara:

“Il tema della sicurezza informatica è assolutamente centrale, c'è un bisogno formidabile di nuovi profili professionali in questo ambito.

Quest'anno per la prima volta non solo l’Italia ospiterà una competizione internazionale di questa importanza, ma avrà modo di confrontarsi nella preparazione di esercitazioni e competizioni in ambito cyber con i migliori esperti europei”.

Commenta il Vice Direttore Generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Dr.ssa. Nunzia Ciardi:

"L'ACN (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) ha fortemente voluto questa iniziativa. Per questo ha sostenuto la sua organizzazione. Riteniamo fondamentale il supporto da dare ai nostri giovani talenti, i quali, con iniziative come questa, possono continuare a formare le proprie competenze e metterle alla prova confrontandosi con altri giovani di talento in una dimensione europea e internazionale. Come è noto, il fattore umano, il ruolo rivestito dai singoli individui nel garantire la sicurezza di ogni organizzazione è strategico, e lo è altrettanto colmare quella lacuna di professionalità, lo skill gap, che affligge il settore cyber. Per questo siamo lieti di aver contribuito alla formazione dei nuovi cyberdefender del Team Italy a cui facciamo il nostro più grande in bocca al lupo in vista della competizione".

Le due giornate di gare potranno essere seguite in diretta QUI.

L’evento si concluderà venerdì 11 ottobre, con la cerimonia di premiazione a partire dalle ore 16.

Cosa sono gli "hacker etici"

La domanda sorge spontanea: stiamo coltivando una generazione di "piccoli hacker"? La risposta è sì, ma tranquilli: non tutti gli hacker sono uguali.
Gli hacker etici, o aspiranti tali come nel caso di alcuni dei ragazzi al momento impegnati nella competizione, non arrecano alcun danno effettivo ai sistemi che violano, né rubano i dati sensibili che trovano. Quando i "white hat" violano una rete, lo fanno solo per dimostrare cosa potrebbero fare i veri criminali informatici.
Una "skill", per dirla all'inglese, che questi esperti di sicurezza informatica mettono poi a disposizione di aziende, banche e di chiunque maneggi i nostri dati.

 

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