Nella Basilica di superga

A Torino funerali e sepoltura del principe Vittorio Emanuele di Savoia, morto a 86 anni

Nella cripta della Basilica si trovano ancora oggi le Tombe Reali: attualmente sono ospitate 62 sepolture di Casa Savoia

A Torino funerali e sepoltura del principe Vittorio Emanuele di Savoia, morto a 86 anni
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I funerali di Vittorio Emanuele di Savoia, che si è spento a Ginevra il 3 febbraio 2024 a 86 anni, avranno luogo a Torino il prossimo dieci febbraio alle 15 presso la Basilica di Superga. La sepoltura avverrà nella stessa località torinese, seguendo la volontà del figlio di Umberto II.  Gran parte dei Savoia sono sepolti nella basilica di Superga, come Vittorio Amedeo II e Vittorio Emanuele I. 

Pretendente al trono d'Italia, per anni in disputa con la linea dinastica di Aimone di Savoia-Aosta, Vittorio Emanuele di Savoia, è stato una personalità controversa, segnata dalla vicenda dell'omicidio di Dirk Hamer sull'isola di Cavallo nel 1978, che cambiò per sempre la sua vita. Sposato con Marina Doria da cui ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto, noto per essersi prestato a svariate incursioni televisive, con tanto di un'esperienza sanremese nel 2012 con "Italia amore mio", a fianco di Pupo e Luca Canonici.

A Superga i funerali di Vittorio Emanuele di Savoia

Il decesso in un laconico comunicato, nelle scorse ore:

"Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile".

Nato a Napoli il 12 febbraio 1937, era l’erede di Umberto II e Maria José. Dopo la Seconda guerra mondiale ha vissuto in esilio fino al 2002.

Riposerà a Superga: nella cripta della Basilica si trovano ancora oggi le Tombe Reali: attualmente la cripta ospita 62 sepolture di Casa Savoia.

Basilica di Superga

Figura controversa le reazioni politiche

Una figura che è stata spesso protagonista delle cronache negli ultimi decenni. Fratelli d'Italia (Fdi) esprime solidarietà ai familiari, mantenendo comunque una ferma fedeltà ai valori repubblicani. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, utilizza Twitter per esprimere il cordoglio:

"Caro Emanuele," inizia il capo di dicastero, rivolgendosi al nipote di Umberto II, "le mie sincere condoglianze a te e alla tua famiglia per la perdita del tuo caro papà Vittorio Emanuele. Lo ricordo con affetto e ricordo le molte volte che, in Piemonte, ho avuto il piacere di condividere la sua compagnia. Un caloroso abbraccio."

Il vice-capogruppo dei meloniani alla Camera, Alfredo Antoniozzi, dichiara: "La famiglia reale, per 85 anni al Regno, fa parte della nostra storia con luci ed ombre." Esprime poi le condoglianze alla famiglia Savoia, sottolineando la "fedeltà" alla Repubblica.

La Democrazia Cristiana con Rotondi decide di sospendere le iniziative elettorali per le elezioni regionali abruzzesi e sarde, sia nella giornata di ieri che in quella odierna. Anche l'Unione Monarchica Italiana, in maniera prevedibile, esprime il suo pensiero affettuoso alla famiglia Savoia per la perdita del principe Vittorio Emanuele, costretto all'esilio sin da bambino.

Dal lato sinistro dello scacchiere politico, emerge la posizione critica di Angelo Bonelli, segretario di Europa Verde. L'ecologista sottolinea sia le questioni giudiziarie coinvolgenti Vittorio Emanuele di Savoia (pur notando che è stato condannato solo una volta, per porto d'armi abusivo) sia il presunto mancato pentimento per il ruolo della famiglia Savoia nelle leggi razziali. Bonelli menziona anche il caso di Dirk Hammer, ucciso in una sparatoria sull'isola di Cavallo, in Corsica.

Il caso Hammer

La notte del 18 agosto 1978 Vittorio Emanuele, dal suo yacht ormeggiato sull'isola di Cavallo, esplode due colpi di carabina dopo aver subito il furto di un gommone. Secondo l'accusa, uno dei proiettili raggiunge alla coscia il giovane studente tedesco, che dorme in una barca vicina, dopo averne perforato la carlinga: Hamer morirà a dicembre dopo una lunga agonia. 

Vittorio Emanuele viene arrestato ma la difesa sostiene che alla sparatoria avrebbero partecipato altre persone, fuggite subito dopo e mai identificate dalla gendarmeria francese: dubbi anche sul calibro e il rivestimento dei proiettili, risultati diversi da quelli dell'arma del principe. Tornato in libertà, nel novembre del 1991 viene prosciolto dalla Camera d'accusa parigina dall'accusa di omicidio volontario e condannato a 6 mesi con la condizionale solo per porto abusivo di armi da fuoco "fuori dalla propria abitazione".

Dirk Hamer

Il verdetto, pur tra le polemiche, sembra scrivere la parola fine al caso e invece nel 2006, nell'ambito dell'inchiesta su “Vallettopoli” (da cui uscirà assolto), Vittorio Emanuele viene intercettato nel carcere di Potenza mentre si vanta di aver sparato due colpi la notte di Cavallo senza patirne conseguenze ("li ho fregati"): per i difensori però la conversazione è stata alterata eliminando i 'non' in modo di far apparire positive le affermazioni negative.

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