La Città Metropolitana chiede fondi per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
La Legge di Bilancio per il 2022 prevedeva che i disturbi alimentari venissero riconosciuti in una categoria a sé stante nei Lea, con un budget autonomo da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche
E' stato approvato nella seduta di ieri, 15 febbraio 2024, a larga maggioranza un ordine del giorno proposto dai Consiglieri del gruppo “Città di città”, il Consiglio metropolitano ha auspicato il rifinanziamento del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
L’ordine del giorno, di cui è prima firmataria la capogruppo di “Città di città”, Rossana Schillaci, impegna appunto l’amministrazione metropolitana a chiedere al Governo e alla Regione Piemonte il rifinanziamento del Fondo e sottolinea l’esigenza che siano emanati in tempi brevi i decreti attuativi necessari per l’inserimento dei disturbi alimentari nei Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza.
Il fondo
Il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione è stato istituito presso il Ministero della Salute con una dotazione di 25 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023, ma non è stato rifinanziato per il 2024, bloccando di fatto i Piani regionali e provinciali per il miglioramento dell’assistenza alle persone con disturbi dell’alimentazione e della nutrizione.
La Legge di Bilancio per il 2022 prevedeva che i disturbi alimentari venissero riconosciuti in una categoria a sé stante nei Lea, con un budget autonomo da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche.
A seguito di richieste e manifestazioni da parte delle associazioni interessate al tema, il Ministro della Salute ha recentemente annunciato alla Camera dei Deputati che si prevede il finanziamento del Fondo con 10 milioni per il 2024: una somma che, visto l’incremento numerico dei pazienti, è ritenuta insufficiente per l’intero territorio nazionale.
Durante il dibattito in Consiglio metropolitano è emerso inoltre che, per venire incontro alle esigenze di tutte le persone affette da anomalie della nutrizione e dell’alimentazione, oltre all’anoressia e alla bulimia, occorrerebbe riconoscere ulteriori tipologie di disturbo da curare.