Addio a Nerio Nesi, "il banchiere rosso" a giugno avrebbe compiuto 99 anni
La sua è stata una lunga carriera politica, ma Nesi fu anche funzionario Rai e dirigente Olivetti
Verrà ricordato come "il banchiere comunista" Nerio Nesi nato a Bologna, ma torinese d'adozione. E' mancato l'11 febbraio 2025, a giugno avrebbe compiuto 99 anni.
Partigiano e cattolico nel 1960 si iscrisse nel Psi che rappresentò nel primo consiglio regionale del Piemonte. La sua è stata una lunga carriera politica, parlamentare per 10 anni, eletto con Rifondazione comunista e l'Ulivo poi, Ministro dei Lavori Pubblici con il governo Amato ma anche funzionario Rai, dirigente Olivetti e Presidente della Banca Nazionale del Lavoro che avvierà alla privatizzazione.
Prime esperienze in politica
Ebbe la sua prima esperienza politica nella Democrazia Cristiana, una scelta legata non a motivi ideologici ma al suo spirito anticonformista, dato che nel suo paese il Partito Comunista Italiano aveva il 58% dei voti, mentre la DC arrancava al 12% circa.
Nel 1960 entrò nel Partito Socialista Italiano, aderendo alla corrente guidata da Riccardo Lombardi, quella schierata più a sinistra.
La sua attività come banchiere
Nel 1967 fu nominato vicepresidente della Cassa di Risparmio di Torino, dopo che vari esponenti socialisti avevano rifiutato tale incarico. Poco dopo creò l'ufficio Credito e Assicurazione del PSI (di cui fu capo dal 1977 al 1978) e la sua scalata proseguì senza sosta: è stato infatti presidente della Banca Nazionale del Lavoro (la BNL) negli anni Ottanta e fino alla caduta del Muro di Berlino; in precedenza aveva lavorato come giornalista economico presso la Rai di Torino e presso la Olivetti.
Pochi mesi prima del termine della presidenza Nesi, nell'agosto 1989, la BNL fu coinvolta in uno scandalo consistente nel finanziamento di 8.000 miliardi di lire partito da un filiale di Atlanta (USA) della BNL a favore di Saddam Hussein, in guerra con la repubblica islamica dell'Iran, vicenda che provocò inchieste della magistratura, interrogazioni parlamentari e le successive dimissioni di Nesi.
Sempre a sinistra
Nonostante la sua situazione economica ormai molto agiata, volle rimanere in politica sempre a sinistra.
Nel novembre 1992 lasciò il PSI.
Nel 1995 entrò in Rifondazione Comunista e venne eletto deputato nel 1996.
Nel 1998 però si staccò dal partito di Fausto Bertinotti, in quanto contrario alla sfiducia che il PRC diede a Romano Prodi e cofondò il Partito dei Comunisti Italiani. Durante il governo guidato da Giuliano Amato fu Ministro dei lavori pubblici. Alle regionali del 2000 si candidò per il PdCI alla presidenza della Regione Lombardia, in alternativa sia a Formigoni che a Martinazzoli, ottenendo il 2,0% dei suffragi.
Nel 2001 si candidò come deputato in Liguria e vinse grazie all'appoggio concessogli dalla coalizione di centrosinistra, L'Ulivo.
Il 21 marzo del 2004 uscì polemicamente dai Comunisti Italiani.
Decise di tornare nella famiglia socialista e il 15 aprile 2005 aderì ai Socialisti Democratici Italiani con i quali partecipò al progetto di Unità Socialista. È stato vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici nella XIV legislatura.
Con lo SDI confluì nel Partito Socialista, ma se ne distaccò dopo il I congresso del 2008, dove aveva sostenuto la mozione Progetto e ricambio, per avvicinarsi al Partito Democratico.
Presidente della Fondazione Camillo Cavour
Tra le sue battaglie più recenti quella per ricordare la figura di Camillo Benso di Cavour, della cui fondazione omonima è stato presidente fino a pochi mesi fa. Anche per questo era cittadino onorario di Santena, dove ha sede la fondazione. Orgoglioso delle origini operaie e del titolo di Cavaliere del lavoro, nel 2001 si era sposato con la cardiologa Patrizia Presbitero.
I funerali
I funerali di Nerio Nesi si terranno mercoledì 14, alle 10, a Torino, nella chiesa parrocchiale di Sant’Agnese, in corso Moncalieri 39. Il feretro sarà poi portato al cimitero di Ivrea dove verrà tumulato nella tomba di famiglia,