Prostituta transessuale condannata per danneggiamento nei confronti dell'ex consigliere di Nichelino Daniele G. Maghsoodi
L'ex consigliere sui social: "Ringrazio tutti i miei amici e i miei familiari che mi sono stati vicini"
Nella giornata di ieri, giovedì 18 gennaio 2024, nella maxi aula 3 del Tribunale di Torino, si è svolta la discussione del processo che vede coinvolti l'ex consigliere di Nichelino, Daniele Ghashghaian Maghsoodi (eletto con la lista civica di centro destra "Nicola Emma Sindaco" poi passato alla lista "Comunisti Nichelino") e una prostituta transessuale di 30 anni.
Perché sono finiti a processo
Nella sera del 28 maggio 2022, al 33enne si era sfilato improvvisamente un braccialetto di fronte a un ristorante di specialità turche in corso Massimo D’Azeglio, davanti ad un transessuale che dopo aver raccolto il braccialetto lo avrebbe costretto, puntandogli un coltello alla gola, a consegnarli dei soldi (ben 50 euro) per la restituzione.
Durante la fine dell'udienza che si è svolta il 6 novembre 2023, la vittima era stata fatto allontanare, con l'ausilio dei carabinieri, dopo aver utilizzato toni molto forti nei confronti del transessuale e del suo legale Giovanni Papotti:
"Se questa storia viene fuori sui giornali vengo a trovarvi di persona".
Questo in seguito a una frase pronunciata dopo che il legale dell'imputato transessuale (che deve rispondere di estorsione e danneggiamento) aveva chiesto al 33enne "se rivestisse un ruolo pubblico".
A quel punto l'ex consigliere aveva risposto:
"Sono consigliere comunale di Nichelino, ma questo non c’entra nulla".
Prostituta condannata
Il Pubblico ministero ha chiesto la condanna dell'imputato a 1 anno e 8 mesi più il risarcimento del danno nei confronti di Maghsoodi.
Alla fine il giudice ha disposto per il transessuale una condanna a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) per il reato di danneggiamento, più risarcimento del danno.
Lo stato sui social dell'ex consigliere
Su Facebook Daniele Ghashghaian Maghsoodi ha fatto sapere:
"Nella mattinata odierna, nella maxi aula 3 del Tribunale di Torino, si è svolta la discussione del processo che mio malgrado mi ha visto coinvolto nella veste di persona offesa e per cui ho inteso, sin da subito, nonostante nessun regolamento me lo imponesse, rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Il Pubblico ministero ha chiesto la condanna dell'imputato a 1 anno e 8 mesi più il risarcimento del danno in mio favore per tutti i capi di imputazione.
Il collegio giudicante, invece, ha condannato l'imputato alla pena di 8 mesi di reclusione e al risarcimento del danno in mio favore per i capi d'imputazione b e c assolvendolo per il solo tentativo di estorsione. Al termine dell'udienza i giornalisti mi hanno chiesto se sono soddisfatto o arrabbiato per la decisione del collegio giudicante e, agli stessi, ho risposto che non mi aspettavo nulla di più. Sin da subito, all'epoca dei fatti, ho rilasciato delle dichiarazioni molto precise: una vicenda nata a causa del comportamento di un pregiudicato che mi ha sottratto un braccialetto e, guarda caso, un pubblico ufficiale intervenuto, che non è parte del processo, dichiara in dibattimento che nell'immediatezza dei fatti l'imputato cercava proprio un bracciale. Quello che non concepisco è il modo in cui certi giudici svolgano il proprio compito, infatti, circa una settimana dopo l'accaduto, l'imputato è stato scarcerato e, successivamente, arrestato per reato commesso ai danni della madre e, nonostante ciò, dopo 48 ore, nuovamente liberato per poi essere immediatamente arrestato, per la terza volta dunque, per essersi recato nella casa familiare brandendo una bottiglia di vetro con la quale ha poi minacciato le forze dell'ordine intervenute in soccorso della povera donna. Fatti assolutamente evitabili se “qualcuno” avesse, sin da subito, dato il giusto peso alle mie parole.
Mi dispiace inoltre che i giornalisti, due mesi fa, nell'intento di spettacolarizzare quanto avvenuto non abbiano minimamente menzionato che nel presente procedimento la difesa dell'imputato ha depositato alcune perizie psichiatriche che attestano le problematiche del suo assistito al quale sono state tolti dallo stomaco viti, lamette, bulloni, pezzi di lavandino e un flaconcino di shampoo che aveva ingerito. Per concludere, nel procedimento ai danni della madre, è stato assolto perché riconosciuto incapace di intendere e volere.
Le problematiche dell'imputato sono particolarmente evidenti e pacifiche infatti lo stesso è stato dichiarato indesiderato dai dormitori torinesi nonché allontanato da una Onlus che si occupa proprio di dare sostegno a persone transgender. Pertanto vorrei ricordare ad alcuni giornalisti che chi guadagna 2000 euro al giorno, così come dichiarato dal difensore dell' imputata, un tetto sulla testa lo ha e non ha alcun bisogno di trovare rifugio nei dormitori. Insomma... nemmeno chi fa beneficenza è nella condizione materiale di aiutare un soggetto gravato da così tanti problemi psicologici. Per quanto riguarda le mie dimissioni in molti mi hanno chiesto perché lo abbia fatto e, sul punto, intendo dire che per il comportamento tenuto in udienza il mio gesto era doveroso. Ho anche io un limite ed è quello di essere troppo umano e, come tale, non sono stato in grado di restare calmo di fronte ad una ingiustizia di così grande proporzione. Ringrazio tutti i miei amici e i miei familiari che mi sono stati vicini e hanno fatto scudo tra me e l'infangante lavoretto di qualche “giornalaio”. In quei giorni terribili il mio telefono è stato un centralino, segno che quanto ho umanamente seminato, con i pregi e i difetti che mi contraddistinguono, è stato all'esterno apprezzato. Per questo non potrò mai ringraziarvi abbastanza. Ringrazio anche il gruppo politico nel quale ho militato per la vicinanza umana che mi ha espresso, so perfettamente che non è una cosa scontata in certi ambienti martoriati da così tanto lerciume. In ogni caso, questa è stata la prova inconfutabile che la mia scelta di passare tra le vostre fila è stata azzeccata cari compagni. Ringrazio anche il mio Avvocato Vera Melissano per il lavoro eccellente che ha svolto con impegno e grande professionalità nonché l'Avvocato Angelo Bueti per avermi assistito nella prima fase del giudizio. Da ultimo ringrazio il Brigadiere Panariello per l'azione tempestiva che lo ha visto mettere a repentaglio la propria vita sul posto di lavoro per salvare quella di un cittadino".
Mi rallegra il cuore !sapere che esistano persone con grande umanità così...Bravo...Bravo