Il nipote di Lancia spara tre colpi in aria per far fuggire i ladri da casa sua, nel 1979 fu rapito per 88 giorni
Ad appena 22 anni fu sulle prime pagine dei giornali per un caso che tenne l'Italia con il fiato sospeso
Ha messo in fuga i ladri sparando tre colpi in aria con la pistola dal balcone della sua villa. L'obiettivo dei ladri era la casa dell'imprenditore 66enne Marco Gatta, nipote di Vincenzo Lancia, l'omonimo fondatore del marchio auto. Già al centro della cronaca nel 1979, perché vittima di un rapimento della criminalità organizzata.
I recenti fatti
I fatti sono avvenuti la scorsa domenica sera, nella zona tra Revigliasco e Santa Brigida sulle colline di Moncalieri.
A poco è servita la chiamata immediata del padrone di casa al 112: dei tre malviventi infatti non c'era già più nessuna traccia e questo anche grazie alla presenza di boscaglia e sentieri.
Intanto l'arma regolarmente denunciata è stata portata via e si stanno analizzando i filmati della videosorveglianza. Difficile sarà la ricostruzione dell'identikit perché i tre erano a volto coperto da passamontagna.
Non è il primo caso che si verifica, anche di recente. Solo pochi giorni fa, infatti, in viale Thovez a Torino, qualche balordo ha svaligiato una cassaforte con oggetti preziosi dal valore di 80 mila euro. Altre vicende analoghe si sono verificate a Rivalta, Sangano, La Loggia. Il modus operandi lascia intendere che tra le varie storie ci sia un collegamento, ma la certezza arriverà solo dalle indagini.
L'incubo del rapimento nel 1979
Aveva solo 22 anni Marco Gatta quando fu rapito mentre si trovava con un amico davanti al Polo Club di Nichelino. Prima la simulazione di un incidente poi la minaccia e l'obbligo di salire sull'auto dei malviventi. L'amico verrà poi scaricato in aperta campagna. Il 22enne rimase invece nella mani dei sequestratori per 88 lunghissimi giorni. Rapito per i soldi: i sequestratori chiedevano infatti 5 miliardi di lire alla facoltosa famiglia Lancia.
Gatta verrà rilasciato nelle campagne di Chieri, dopo il pagamento di un riscatto di 750 milioni di lire. Un lieto fine che ha comunque lasciato ferite profonde.