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A Torino arriva la mostra di Raffaello: i Musei Reali si riempiono di bellezza e grazia

A 500 anni dalla sua morte, i Musei Reali rendono omaggio al grande maestro di Urbino con un percorso espositivo di 33 opere.

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Protagonista assoluto con Leonardo e Michelangelo del Rinascimento italianoRaffaello porta la pittura a vertici di bellezza subito celebrati in ogni parte d'Europa.


A 500 anni dalla sua morte, i Musei Reali rendono omaggio al grande maestro di Urbino con una mostra che, attraverso dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa, illustra la diffusione dei modelli derivati dalla sua opera dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, in Piemonte e nelle raccolte dei Savoia.

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Raffaello ai Musei Reali

L’esposizione, ospitata nella Galleria Sabauda dal 30 ottobre 2020 al 14 marzo 2021, è sostenuta dal Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello istituito presso il MiBACT ed è stata realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo e in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

33 opere

Il percorso presenta 33 opere e illustra l’arte di Raffaello attraverso lavori che derivano direttamente dai suoi modelli, sia mediante la pratica della copia, sia con la libera reinterpretazione delle sue invenzioni. Lo stile del maestro, caratterizzato da dolcezza ed eleganza, da straordinaria abilità disegnativa, da cromie preziose e da un perfetto equilibrio compositivo, diventa un riferimento per ogni genere artistico.

Il percorso

La prima parte del percorso è dedicata alle copie antiche della famosa Madonna d’Orléans, opera giovanile di Raffaello forse appartenuta al duca Carlo II di Savoia, oggi conservata presso il Museo Condé di Chantilly e replicata già nella prima metà del Cinquecento da alcuni dei principali artisti attivi in area piemontese. Deriva da un modello raffaellesco anche la Madonna della Tenda delle collezioni sabaude, restaurata con la collaborazione del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale e il sostegno di Intesa Sanpaolo. Ritenuta all’inizio dell’Ottocento opera autografa del maestro e venduta come tale nel 1828 al principe di Carignano Carlo Alberto, è stata poi attribuita a collaboratori come Perin del Vaga e Giovan Francesco Penni. Gli approfondimenti condotti in occasione della mostra propendono invece per una realizzazione intorno al 1530-1540 a Firenze, in una prestigiosa officina come quella di Andrea del Sarto.

La seconda parte presenta una selezione di stampe di soggetto sacro, mitologico e allegorico, dove i modelli di Raffaello sono rivisitati con formidabile perizia tecnica e originale sensibilità chiaroscurale. La circolazione dei modelli attraverso repertori e raccolte di stampe è documentata anche nelle arti minori, come attestano l’arazzo fiammingo con L’ingresso degli animali nell’arca di Noè, che cita le Stanze Vaticane, e gli smalti su porcellana del pittore ginevrino Abraham Constantin, testimone della fase ottocentesca del culto di Raffaello.

L’itinerario si completa lungo il percorso di visita al primo piano della Galleria Sabauda, dove sono esposte opere di autori cinquecenteschi che si misurarono con Raffaello e con l’ideale di un’arte di insuperata perfezione.

Bellezza e grazia

Raffaello ha rappresentato, nei secoli, l'interprete sommo della bellezza e della grazia. Un genio capace di coniugare l'armonia formale con il palpito della vita – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino –. In questa mostra dossier abbiamo raccolto alcuni episodi della seduzione da lui esercitata sui principi di Savoia, con opere ancora poco note, che sono state studiate e restaurate per questa occasione. È un percorso ricco di curiosità e di sorprese, e sono grata a Intesa Sanpaolo per averlo sostenuto e ai restauratori del Centro della Venaria Reale per averci aiutato nella ricerca. Una collaborazione che è, insieme alla mostra, un segno della vita che continua e che ci aiuta forse a guardare oltre alle incertezze e alle paure del tempo presente”.

“Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’affidamento di questo straordinario caso di studio da parte dei Musei Reali – afferma Stefano Trucco, Presidente del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale – e ringraziamo Intesa Sanpaolo per aver contribuito al sostegno delle operazioni. Nel corso dei lavori il nostro gruppo di lavoro interdisciplinare ha potuto confrontarsi sulle problematiche tecniche e scientifiche con i principali istituti e laboratori di ricerca, allargando le collaborazioni e la rete usuale di partnership. Siamo particolarmente felici – conclude Trucco – di aver contribuito al processo di conoscenza innescato dai Musei Reali, che si presenta oggi in questa Mostra, e siamo convinti che il restauro sia sempre più un momento di crescita e di scambio professionale per tutti gli enti coinvolti”.

“Non è mai stato così importante, come in questo momento, sostenere il mondo della cultura e Intesa Sanpaolo si conferma ancora una volta solida presenza al fianco delle istituzioni pubbliche, di Torino e del Paese. Il Progetto Cultura della nostra Banca continua e rafforza il proprio impegno nel difendere e promuovere il valore del patrimonio d’arte italiano, che trova proprio nella pittura di Raffaello una delle più belle e alte espressioni”, dichiara Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo.

La mostra è visitabile dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 18 con il biglietto ordinario dei Musei Reali.

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