A giudizio il prof di religione di un liceo di Torino accusato di molestie e violenze sessuali
Ma per l'insegnante si tratta di atteggiamenti amichevoli senza alcuna intenzione di tipo sessuale
Un professore di religione del liceo statale Regina Margherita di Torino era a processo ieri, martedì 14 novembre 2023, per rispondere di accuse pesantissime: molestie e violenze sessuale ai danni delle sue studentesse in un periodo tra il 2018 e il 2021.
Le segnalazioni
Le giovani hanno raccontato ai propri genitori di aver subito attenzioni inopportune e sgradevoli, a quel punto è stato richiesto l'intervento della preside che si è rivolta in procura.
Sarebbero 9 le ragazze che hanno riportato frasi inopportune e comportamenti inadeguati come carezze e sfioramenti.
Il 55enne sarebbe arrivato ad allungare le mani sui fianchi di una studentessa. Ad un'altra giovane avrebbe toccato capelli e collo, carezzandole le guance, sfioramenti al seno infine per un'altra vittima. E quando non c'erano atteggiamenti fisici le parole e i toni erano comunque di questo tenore: "piccola porno star", "tu, con il decolletè molto bello". In dad ad una studentessa sarebbe anche stato chiesto di allargare l'immagine della webcam per poterla vedere a figura intera perché il focus sulle sua labbra "lo avrebbe portato a finire sui giornali". Per il professore tutti atteggiamenti amichevoli senza alcuna intenzione di tipo sessuale.
Le studentesse risarcite
Di altro avviso le giovani importunate fisicamente, assistite dagli avvocati Edoardo Carmagnola e Claudio Strata, che hanno già ricevuto un risarcimento (da integrare nel caso il professore venga condannato per violenza sessuale).
Attorno al reato da contestare però si è registrata una divergenza di orientamenti tra il pm Davide Pretti, titolare del fascicolo, il gip e il collegio giudicante, la pubblica accusa ha chiesto il rinvio a giudizio rubricando i fatti come molestie.
Il gip Alfredo Toppino lo avrebbe disposto mantenendo invariata l’ipotesi iniziale. Allo stesso modo, poi, il Tribunale si è riservato di decidere sul punto alla fine dell'istruttoria, facendo sfumare l’ipotesi di una sospensione del procedimento penale con messa alla prova.
Per i difensori del 55enne, Stefano Caniglia e Laura Peyron, nelle parole dell'insegnante non ci sarebbe stata nessuna allusione sessuale, ma un atteggiamento travisato dalle dirette interessate.