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Sotto la Mole la famiglia ideale è composta da due figli, eppure il 61% della popolazione ne ha solo uno

Per quanto riguarda gli impatti della denatalità i torinesi sono convinti che il settore più colpito sia il sistema pensionistico

Sotto la Mole la famiglia ideale è composta da due figli, eppure il 61% della popolazione ne ha solo uno
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A Torino circa 3 cittadini su 5 hanno un figlio e tra chi non ha figli prevale comunque il desiderio di averne.

È questo quanto emerge da "Gli italiani e la denatalità", la ricerca realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos, finalizzata ad analizzare la situazione familiare nelle principali città italiane e i motivi, le conseguenze e le misure a supporto della denatalità.

Cosa dice la ricerca su Torino

La Ricerca mostra come il 62% dei torinesi abbia almeno un figlio, il 31% due figli, e solo il 7% 3 o più figli.

Analizzando più nel dettaglio l’ampia fascia di non-genitori, il 41% di loro pianifica comunque di mettere al mondo almeno un figlio in futuro (ma solo il 9%, in particolare, prevede di averlo nel breve termine: entro 5 anni), a fronte di una media nazionale del 36%. Il 30%, invece, dichiara di non voler figli.

Ma quanto è grande la famiglia ideale per i torinesi? Secondo l’indagine condotta tra chi ha o vorrebbe avere figli, la famiglia ideale torinese è con un numero ideale di due figli. Il numero medio ideale di figli, infatti, è di 1,88, a fronte di una media italiana pari a 1,92.

Clicca qui per scaricare il report dell'Osservatorio Unipol

Perché i torinesi non fanno figli

Per i torinesi il principale freno al desiderio di metter su famiglia riguarda motivazioni economiche personali (72%). In particolar modo il 44% di loro dichiara che il costo della vita troppo elevato rispetto al reddito. Anche il lavoro (54%) costituisce un grosso ostacolo, il (32%) dei torinesi infatti dichiara la difficoltà ad avere una situazione contrattuale stabile/soddisfacente nei primi anni di carriera.

I torinesi sono anche tra i più convinti, rispetto alle altre città prese in considerazione dalla ricerca, che le nuove generazioni siano meno interessate ad avere figli rispetto a 30 anni fa. Ne è convinto il 73% della popolazione.

 

Le azioni per contrastare la denatalità?

Ma quali azioni bisognerebbe introdurre per contrastare la denatalità? Gli abitanti di Torino hanno pochi dubbi: una maggiore flessibilità lavorativa potrebbe contrastare la denatalità.

Serve puntare sulla flessibilità lavorativa (63%) e soprattutto sull’introduzione della settimana lavorativa corta (34%) che per i torinesi è ancora più importante della possibilità di svolgere un lavoro integralmente o in gran parte da remoto (26%).

L’altra area su cui investire per contrastare la denatalità è costituita dagli aiuti economici che per gli abitanti della città della Mole però sono al di sotto della media in Europa, ne è convinto il 64%.

Gli effetti della denatalità: a Torino ci si preoccupa per il sistema pensionistico

Sotto la Mole ci si dimostra preoccupati per gli impatti della denatalità sul sistema pensionistico, con il 41% che lo indica come settore più colpito seguito dallo spopolamento delle aree non urbane (28%),  crescita del Pil (21%), gratuità e universalità del Servizio Sanitario Nazionale (20%) e il crollo del mercato immobiliare (13%).

Gli italiani vorrebbero fare figli, ma...

La popolazione italiana 16-74 anni si divide quasi a metà tra chi ha figli e chi no. Tra chi non li ha, prevale il desiderio di averne (36%), soprattutto a Cagliari (47%) e a Torino (41%). Per un terzo di chi non li ha, avere figli non è, invece, un progetto di vita, intenzione che spicca a Napoli (4 su 10) e a Milano (34%). Tra i giovani della generazione Z (dai 16 ai 26 anni), il desiderio di avere figli è molto diffuso (55% di chi non li ha), ma è soprattutto un progetto di medio termine, cioè non prima di 5 anni (46%).

Secondo gli italiani che hanno figli o che li vorrebbero, l’ideale sarebbe avere 2 figli; Napoli e Verona pensano anche a famiglie più numerose, mentre Bologna spicca per il desiderio di un solo figlio.

Nelle generazioni, sono i giovanissimi della generazione Z a desiderare famiglie numerose, mentre la Generazione X (41-56 anni) si orienta maggiormente verso un solo figlio.

 

Il primo figlio a 33 anni

Secondo quanto riporta il Ministero della Salute, nel 2021 l’età media della madre al primo figlio è di 33,1 anni per le italiane, mentre scende a 31 anni per le cittadine straniere. L’età media al primo figlio per le donne italiane, in quasi in tutte le Regioni, è superiore a 31 anni.

Per gli italiani l’aumento dell’età media in cui si fanno figli nel Belpaese origina soprattutto da motivazioni economiche, citato dal 58%, e svetta Torino con il 68%; è soprattutto il costo della vita, troppo elevato rispetto al reddito, a frenare.

Le motivazioni socio-culturali sono al secondo posto (52%): sopra media Milano (56%), Verona e Roma (54%).

Le motivazioni lavorative sono al terzo posto (50%), sopra media ancora una volta a Torino (54%). È diffusa la percezione di scarsa stabilità lavorativa, soprattutto nei primi anni, e anche la scarsa conciliabilità tra avere figli e perseguire obiettivi di carriera, pensiero che affligge soprattutto gli abitanti di Bari (24%) e Verona (22%).

Insomma, soldi, casa, lavoro ma non solo: ecco i motivi, come riporta il nostro quotidiano nazionale NewsPrima, per cui gli italiani non fanno più figli, o li fanno, ma molto tardi.

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