Gli operai Alcar sul piede di guerra: "Giocate con il nostro futuro"
A rischio nello stabilimento in Val di Susa ben 200 posti.
Sempre più tesa la situazione: soprattutto in considerazione dei tantissimi lavoratori del gruppo industriale Alcar - con due stabilimenti: uno a Lecce e l’altro a Vaie in Valle di Susa - che rischiano di perdere il posto dopo anni di incertezze.
Chiusi (temporaneamente) gli stabilimenti Alcar
La crisi è iniziata anni fa, quando nel primo decennio del Duemila ci si è trovati a fare i conti con una situazione di incertezza globale. Considerando la precarietà dell’azienda i lavoratori erano arrivati a prestare una quota delle loro retribuzioni, che avrebbero dovuto essere restituite quando le acque si sarebbero calmate. Ma la situazione non è mai migliorata. Poco tempo fa l’Alcar ha presentato istanza per ottenere il Concordato Preventivo che sarebbe stato accettata. Lo stabilimento dell’Alcar è chiuso da lunedì 12 ottobre 2020, e tutti i 160 lavoratori sono rimasti a casa. Da Lecce, dove l’azienda ha la sede legale, è giunta la comunicazione che ci sono problemi di liquidità per comprare materiale e riavviare la produzione.
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Le proteste
Mobilitazioni dei lavoratori nelle ultime ore a Lecce - dove la tensione era palpabile - e in Val di Susa. La Cgil di Lecce ha parlato di "una condizione che rende insostenibile ed antieconomica la continuità aziendale". Alcar rischia la chiusura da un momento all'altro in virtù di un'ordinanza restrittiva che pone un tetto di spesa: un limite che non consente di garantire la continuità aziendale. A Vaie hanno manifestato molti lavoratori: qui sono a rischio ben 200 posti di lavoro.
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