Caso Seymandi, Massimo Segre: “Quel discorso mi è costato molto"
Il finanziere nei giorni scorsi ha mandato una lettera al quotidiano torinese "La Stampa"
Massimo Segre, dopo aver lasciato Cristina Seymandi di fronte ad amici e conoscenti, in una lettera al quotidiano "La Stampa di Torino" ha spiegato le ragioni del suo gesto e della festa del 28 luglio scorso che di fatto ha annullato ogni tipo di relazione amorosa con quella che è ormai la sua ex compagna.
La lettera:
"Non vi è violenza ad affermare la verità pubblicamente. Raccontare che la Signora Seymandi prima ancora di sposarmi, intesseva altre relazioni sentimentali non è violenza: è un fatto che - se la relazione fosse stata quella di una coppia aperta - non sarebbe stato preclusivo al nostro matrimonio. Da quando, esattamente 3 anni prima, il 27 luglio 2020 infilai al dito di Cristina lo zaffiro di mia madre, chiedendole di sposarmi e ottenendo l'assenso, io non sono stato libero di amare altre e così avrebbe dovuto essere per lei. Così intendevamo entrambi impostare la nostra relazione e il nostro matrimonio. Questo era il patto suggellato indossando l'anello della mia famiglia. La nostra coppia si formò con questo vincolo ma, se ci si ama, non lo si vive certo come una limitazione di un proprio diritto, ma come una gioia infinita. Una reciproca, splendida esclusiva. Non importa se sei uomo o donna: appartieni all’altro/a! E io sono stato totalmente ed esclusivamente di Cristina. E' stato un gesto forte, che mi è immensamente dispiaciuto fare nei suoi confronti e che mi è costato particolarmente tanto, perché totalmente lontano da quella mia maniacale riservatezza, comprovata dal fatto che le foto che mi ritraggono sono quasi tutte non recenti.
La Signora Seymandi è talmente abile nel raccontare una propria visione della realtà che dovevo assolutamente preservare la mia reputazione, il dono più grande lasciatomi dai miei genitori. L’unico modo per evitare narrazioni distorte, se non addirittura totalmente fantasiose, consisteva nel prendere l’iniziativa davanti a tutti i suoi amici, prima che potesse raccontare chissà che cosa su di me, se l’avessi lasciata. Caro Direttore, da ogni esperienza si deve trarre insegnamento. Ciò che ho imparato dalla Signora Seymandi è l’importanza di comunicare. Cercherò di comunicare cose importanti (come la bonifica dall’amianto dell’ex grattacielo Rai che una mia società sta portando avanti nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbanistica), più significative di questa storia da estate italiana, assolutamente da me non voluta né desiderata, trattandosi di informazione che pensavo potesse rimanere confinata a una quarantina di amici. Non mi appartiene il problema della parità di genere. Voglio solo aggiungere che il problema della parità di genere non mi appartiene: mia mamma fu la prima presidente donna di una banca quotata in Italia e mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso".