TORINO

Anestesisti favorevoli alla riforma del 118

Tra i problemi evidenziati dagli auditi, c’è anche la carenza di posti letto in terapia intensiva e sub intensiva, unita alla mancanza di anestesisti

Anestesisti favorevoli alla riforma del 118
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La riforma che nasce dalla convenzione fra Azienda zero e aziende sanitarie regionali per far collaborare lo stesso personale medico sia sul servizio di 118 sia nell’emergenza ospedaliera è importante per migliorare l’efficienza del sistema e ottimizzare le risorse.

Lo ha affermato la delegazione regionale della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) audita in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco. Siaarti s’è dichiarata favorevole alla riforma del sistema territoriale 118 che vede gli anestesisti rianimatori coinvolti nell’area extra-ospedaliera: “siamo felici di collaborare con il servizio elicotteristico e anche con le auto e ambulanze medicalizzate”, ha affermato Davide Colombo, referente regionale Siaarti. “La commistione fra pre ospedaliero e ospedaliero non può che portare benefici a entrambi gli ambiti”.

Colombo ha poi illustrato l’attività della società, suggerendo anche di promuovere l’adozione di una scheda informativa unica per l’anestesia, su criteri vagliati dalla Società, che faciliterebbe la gestione di tutto il processo che ruota intorno a un’operazione, disponendo di informazioni uniformi su tutto il territorio regionale.

Siaarti si è inoltre proposta per contribuire alla ripartenza di Prima (Piano regionale integrato monitoraggio e allertamento), un progetto promosso dalla Regione che aveva dato risultati positivi ma che si è interrotto durante il Covid. Esso si basa sull’adozione di una scheda infermieristica unica e - attraverso la registrazione di parametri sensibili mediante codici colore diversi - ha l’obiettivo di riconoscere precocemente le condizioni cliniche in peggioramento e di indicare il comportamento più idoneo da adottare per evitare gli eventi avversi.

Tra i problemi evidenziati dagli auditi, c’è anche la carenza di posti letto in terapia intensiva e sub intensiva, unita alla mancanza di anestesisti.

Il presidente Stecco ha chiesto a Siaarti un approfondimento su digitalizzazione e teleconsulti e sul possibile ripensamento del rapporto fra ospedali hub e spoke, mentre Domenico Rossi (Pd) ha sottolineato il problema della diminuzione degli studenti che scelgono anestesia e rianimazione come specializzazione così come l’esodo degli specialisti dai centri pubblici al settore privato.

Roberto Balagna, componente anche del direttivo nazionale Siaarti, replicando all’osservazione di Rossi, ha detto che “per fronteggiare la riduzione degli specialisti va fatto un ragionamento sui sistemi premianti ed è anche il motivo per cui oggi appare più conveniente esercitare in un centro privato piuttosto che lavorare in un grande ospedale”.

“La digitalizzazione sarebbe auspicabile in tutti gli ospedali non solo nella raccolta dei dati ospedalieri, ma anche per acquisire le consulenze degli specialisti esterni non presenti nella struttura”, ha aggiunto Marinella Zanirato, componente di Siaarti Piemonte. Circa il rapporto fra ospedali hub e spoke, la Società ritiene che gli ospedali più periferici, se dotati di opportune strutture e competenze, possano diventare centri di riferimento per alcune attività e patologie, contribuendo ad accrescere la loro attrattività anche per gli specializzandi.

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