Rogo Thyssenkrupp, il procuratore generale di Torino: "Carcere imminente per i manager tedeschi"
Non otterranno la semilibertà. Di questo si dice certa la Procura di Torino.
I manager tedeschi della ThyssenKrupp condannati per la morte dei sette operai che hanno perso la vita nel rogo nello stabilimento torinese il 6 dicembre 2007, non otterranno la semilibertà. Di questo si dice certa la Procura di Torino.
5 anni di carcere
Il procuratore generale Francesco Saluzzo ha fatto sapere che la carcerazione dei dirigenti tedeschi è "imminente"; i manager scontaranno 5 anni: pena massima prevista in Germania per i reati contestati in Italia. A differenza dei loro colleghi italiani, entrati in carcere il giorno dopo il verdetto della Cassazione, per i due tedeschi è stato necessario avviare le procedure affinché potessero scontare la condanna nelle carceri tedesche. A ritardare l'esecuzione è stata infatti l'emergenza sanitaria.
"Carcerazione imminente"
Secondo Saluzzo la carcerazione "sarà imminente", non si prospettano modalità alternative, e potrà essere interrotta o sospesa solo per motivi di salute incompatibili con il regime carcerario.
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Sette vittime
In quella terribile notte di dieci anni fa, allo scoppio del rogo, gli operai tentarono di spegnere inutilmente le fiamme ma gli estintori erano quasi vuoti e l’impianto non era adeguato perché il management sapeva che lo stabilimento era avviato alla chiusura. Persero così la vita sette persone: Giuseppe De Masi, Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.