Frode da 40 milioni: arrestati due imprenditori torinesi
Attraverso una complessa rete di "scatole cinesi" occultavano società e traevano profitti
Frode a Torino. Smantellata dalla Guardia di finanza di Torino, con oltre 150 finanzieri impegnati nella mattinata del 15 ottobre, un’associazione per delinquere ramificata in tutta Europa. Base logistica dell’organizzazione una società del torinese con sede a Volvera.
L’operazione e gli arrestati
I due amministratori della società sono M.S. (43enne, di Torino), già in passato colpito da provvedimenti giudiziari, e G.R. (47enne originario di Novara) e ora si trovano in carcere a Torino. Una frode transnazionale da oltre 40 milioni di euro nel settore dei prodotti informatici. Tra gli indagati c’è anche chi aveva richiesto il reddito di cittadinanza e l’indennità a sostegno dei lavoratori per l’emergenza Covid-19. Diciotto le misure cautelari personali eseguite in tutta Italia.
Il “labirinto” di aziende
I due imprenditori, arrestati alle prime luci dell’alba, erano riusciti, per il tramite di un vero e proprio «labirinto» di aziende da loro direttamente gestite, nello specifico oltre dieci società fittizie, a divenire leader a livello europeo del settore informatico. A finire nei guai, assieme a loro, altri 32 soggetti compiacenti (tra di loro nullatenenti e pregiudicati) che si sono prestati nell’arco degli anni a svolgere quel ruolo, in gergo definito “testa di legno”, facendo da “prestanome”, in cambio di lauti compensi, e rivelandosi fidati sodali dei due nel commettere l’imponente frode.
I Finanzieri, nel corso delle indagini, hanno scoperto come tre dei soggetti a capo delle società coinvolte nella frode, percepissero da tempo persino il reddito di cittadinanza. I due imprenditori torinesi invece avevano ottenuto l’indennità per il sostegno ai lavoratori in relazione all’emergenza epidemiologica per il Covid-19. Al fine di poter individuare l’intera filiera criminale, è risultata fondamentale l’attività di coordinamento tra gli inquirenti e l’Unità di Cooperazione Giudiziaria europea «Eurojust», sita all’Aja; collaborazione questa, che ha permesso di acquisire ulteriore materiale probatorio grazie al quale gli inquirenti hanno appurato la dimensione internazionale della frode.
Le province interessate
Oltre al capoluogo piemontese sono interessate all’operazione le province di Cuneo, Alessandria, Novara, Milano, Modena, Lucca, Roma, Frosinone e Messina, con attività estese anche a Germania e Olanda. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, utilizzo ed emissione di fatture false. L’operazione della Guardia di Finanza di Torino si inserisce nel contesto delle attività a salvaguardia delle entrate, del mercato e della concorrenza leale a contrasto delle frodi nel settore della compravendita di prodotti informatici: «Un ambito risulta di primaria importanza in quanto tutela il regolare svolgimento delle attività commerciali, non solo in territorio nazionale ma anche nell’ambito dell’intera Unione europea».