rivoli

AslTo3: avviato un nuovo ambulatorio di scienza dell'alimentazione dedicato alle malattie infiammatorie dell'intestino

Evidenze scientifiche dimostrano il legame tra dieta e infiammazione e quanto la personalizzazione della dieta, la consulenza nutrizionale, il corretto stile di vita abbiano importanza nel successo delle cure

AslTo3: avviato un nuovo ambulatorio di scienza dell'alimentazione dedicato alle malattie infiammatorie dell'intestino
Pubblicato:

Si chiamano MICI, acronimo che sta per Malattie infiammatorie croniche dell’intestino: colite ulcerosa e morbo di Crohn. In Italia sono circa 250mila le persone affette da queste patologie, ma il numero potrebbe raddoppiare entro il 2030. Si tratta di malattie da sempre considerate tipiche dell'età giovanile, con un picco di esordio nella fascia tra i 15 e i 30 anni, e alcuni casi anche in età pediatrica.

Il legame tra dieta e infiammazione

Per questo particolare gruppo di patologie, evidenze scientifiche dimostrano il legame tra dieta e infiammazione, e quanto la personalizzazione della dieta, la consulenza nutrizionale, il corretto stile di vita abbiano importanza nel successo delle cure.

In occasione della Giornata MICI 2023, l’AslTo3 avvia un nuovo ambulatorio di scienza della alimentazione rivolto per il momento ai pazienti già in carico al servizio dedicato alle malattie infiammatorie croniche dell’intestino, a partire dai pazienti che presentano problemi di nutrizione.

Una particolare attenzione alla prevenzione

L’ambulatorio fa parte della struttura di Gastroenterologia dell’Ospedale di Rivoli diretta da Dario Mazzucco e sarà gestito da Anna Maria Serra, gastroenterologa, referente per le Malattie infiammatorie croniche dell’intestino, esperta in Scienza dell’alimentazione.

In futuro l’attività potrà essere estesa anche ad altre tipologie di pazienti.

L’ambulatorio inoltre rivolge particolare attenzione alla prevenzione nei bambini/adolescenti nelle famiglie degli affetti da MICI, per evitare che comportamenti nutrizionali errati possano aumentare l’insorgenza della malattia in soggetti già geneticamente predisposti.

Seguici sui nostri canali