TORINO

C'è un nuovo indagato per l'omicidio D'Alfonso

La Procura di Torino ha notificato un avviso di garanzia a Lauro Azzolini, 79 anni, ai tempi capo della colonna milanese delle Br e che si è poi dissociato

C'è un nuovo indagato per l'omicidio D'Alfonso
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Dopo quasi 50 anni potrebbe risolversi il mistero sul brigatista che riuscì a fuggire durante la liberazione dell'imprenditore vitivinicolo Vittorio Vallarino Gancia, nel conflitto a fuoco con i carabinieri davanti alla cascina Spiotta, in provincia di Alessandria, nel quale morirono la brigatista Mara Cagol, moglie di Renato Curcio, e l'appuntato Giovani D'Alfonso e alri due carabinieri rimasero feriti, di cui uno perse un braccio.

L'avviso di garanzia

La Procura di Torino ha notificato un avviso di garanzia a Lauro Azzolini, 79 anni, ai tempi capo della colonna milanese delle Br e che si è poi dissociato.

Ottenuti i benefici di legge dopo una condanna all'ergastolo, attualmente collabora per una cooperativa di disabili. Azzolini è già stato prosciolto dalle accuse per la sparatoria alla cascina Spiotta e il 9 maggio si terrà un'udienza davanti al gip del tribunale di Torino che dovrà decidere se riaprire o meno le indagini. "Il mio cliente - dice il difensore Davide Steccanella - non ha nulla da temere da questa indagine".

E' stata proprio la procura subalpina, nel 2022, ad aprire un fascicolo dopo un esposto presentato dal figlio del militare, Bruno D'Alfonso. Due mesi fa nel registro degli indagati è sttao iscritto Renato Curcio, uno dei fondatori delle Br, che ora ha 81 anni. Interrogato a Roma. ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto o indiretto nella vicenda della cascina Spiotta e, anzi, ha chiesto agli inquirenti di chiarire le circostanze della morte di Mara Cagol ricordando che la donna fu trafitta da un proiettile che aveva una traiettoria orizzontale sotto l'ascella sinistra, come se avesse le braccia alzate in segno di resa.

Inizialmente Curcio era stato convocato in veste di testimone assistito - come almeno una decina di ex brigatisti prima di lui - ma poi, a pochi giorni dall'audizione, era stato formalmente indagato per concorso nell'omicidio del carabiniere D'Alfonso.
Alla cascina Spiotta il fondatore delle Br non c'era ma secondo gli inquirenti era una "figura apicale" delle Br e organizzò e pianificò nei dettagli il sequestro di Vittorio Vallarino Gancia, figlio del proprietario della casa vinicola, avvenuto il 4 giugno 1975 e liberato il giorno dopo una sparatoria con i sequestratori.
Curcio, in un memoriale consegnato ai pm, ha affermato che le Brigate Rosse non avevano 'esponenti apicali' ma erano organizzate a compartimenti stagni; lui del rapimento Gancia era all'oscuro - ha sostenuto - perché, essendo evaso dal carcere di Casale Monferrato pochi mesi prima, si era nascosto, aveva lasciato il Piemonte e aveva sospeso qualsiasi contatto con la 'Colonna torinese'. Ora torna in scena l'ex brigatista Lauro Azzolini, arrestato nel 1978 e poi condannato all'ergastolo per una serie di azioni terroristiche. 

 

FOTO ANSA

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