Si spacciavano per coltivatori di canapa: arrestati in 7 con oltre 63 kg di droga FOTO
L'operazione è stata condotta dalla Procura di Torino.
Sgominata una banda che riforniva di droga San Salvario: 7 persone arrestate dalla Polizia di Stato, oltre 63 kg di droga sequestrata. Una macchina criminale ben avviata dedita alla produzione e allo spaccio di marijuana: piante, droga, soldi e tutto il necessario per guadagnare illegalmente migliaia e migliaia di euro.
"Attività agricola" che coltivava Marijuana... non legale
Si definivano soci di un’attività agricola dedita alla coltivazione della canapa tessile, meglio nota come marijuana “legale”, in realtà vendevano sostanza stupefacente al dettaglio che autoproducevano in un terreno situato nel Torinese.
Sette persone sono state arrestate dagli agenti del commissariato Barriera Nizza per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente, tutti cittadini italiani di età compresa tra i 35 ed i 40 anni. L’operazione, coordinata dal Dottoressa Ruffino, dal Dottor Drammis e dal Dottor Sanini della Procura della Repubblica di Torino, ha portato al sequestro di oltre 63 chili di sostanza stupefacente.
L'indagine della Polizia
L’attività d’indagine ha inizio la sera del 29 settembre 2020, durante un servizio di pattuglia nell’area del quartiere San Salvario, gli operatori hanno controllato in via Madama Cristina un soggetto, quarantunenne italiano, a bordo di una bicicletta. L’uomo, con precedenti per spaccio, è stato trovato in possesso di una bustina di marijuana. La successiva perquisizione domiciliare aveva permesso il rinvenimento di circa mezzo chilo di marijuana e quasi 10000 euro in contanti, custoditi all’interno di una cassetta di sicurezza, insieme ad un bilancino di precisione.
Durante il controllo, il cellulare dell’uomo aveva rivelato un dettaglio inaspettato: tra le varie chat, dove si fanno espliciti riferimenti alla sua attività di pusher, emerge una foto raffigurante una serra agricola e tre soggetti con una busta di marijuana.
Partono così le indagini per indentificare i protagonisti nello scatto: si tratta di un trentaduenne e un trentanovenne. Quando gli operatori perquisiscono le abitazioni in uso ad uno dei due, scoprono due serre artigianali: una di queste era montata in camera da letto e l’altra allestita all’interno di uno scatolone nascosto sotto al letto. Viene inoltre rinvenuta una cassa di legno contente un kit per la coltivazione di casalinga della marijuana – dai fertilizzanti agli opuscoli illustrativi – e una lista su cui erano stati trascritti nomi e cifre, presumibilmente promemoria dell’attività di compravendita. Ancora, 4800 euro in contanti e oltre 70 grammi di marijuana. Altri 630 grammi di marijuana e una quindicina di hashish nell’appartamento del trentanovenne.
Per i due scattano gli arresti domiciliari
Per i due scattano immediatamente gli arresti domiciliari e l’indagine prosegue finché non vengono individuati altri 4 “soci”. Uno di questi, un quarantenne italiano, viene fermato all’interno della propria auto nel bel mezzo di una consegna, in possesso di otto buste di marijuana per circa 2,5 kg. Presso la sua abitazione vengono sequestrati altri 12 sacchetti di sostanza stupefacente, 5 piante di marijuana e 1060 euro in contanti; oltre 35 kg di marijuana, suddivise in 47 diverse confezioni, 130 grammi di hashish e un piccola serra attrezzata vengono scovati in cantina. L’uomo, arrestato per il possesso di stupefacente, dichiara agli agenti di svolgere l’attività di coltivatore di canapa tessile.
Scoperta un'altra serra a Collegno
Ulteriori accertamenti permettono di individuare a Collegno una serra di coltivazione nella disponibilità del quarantenne. Il gruppo viene colto in flagranza proprio mentre stava lavorando le infiorescenze, oltre 20 kg di marijuana in fase di essiccazione. Altre piante vengono così sequestrate in una serra in provincia di Torino e le tre persone trovate nell’appartamento di Collegno vengono poste agli arresti domiciliari.
Della canapa tessile neanche l'ombra
Dagli accertamenti svolti nessuna traccia della presunta attività di coltivazione di canapa tessile. Mancavano le certificazioni volte ad escludere la presenza di sostanza drogante, la documentazione che riconducesse i terreni all’azienda mentre non c’era mai stata emissione di fatture o prove di contatti con aziende nel settore tessile. I “soci” utilizzavano una chat Telegram “Vidal Pro Loco” per dividersi le consegne e individuare garage e magazzini per la coltivazione, lavorazione e lo stoccaggio di quella che altro non era che un’attività di produzione e spaccio di droga.
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