Arrestata la banda della violenta rapina di Torre Pellice: avevano derubato un milionario
E' il 28 maggio quando Enrico e la sua compagna vengono assaliti mentre si trovano a casa loro da 4 rapinatori incappucciati e armati
Sono stati arrestati tutti i banditi della rapina di Torre Pellice. Un fatto di cronaca che aveva fatto molto parlare per la violenza dei rapinatori e il bottino che era stato recuperato dai ladri: ben 620 mila euro tra orologi, gioielli, soldi e lingotti d’oro, frutto di una vincita da 5 milioni al “Gratta e Vinci” incassata dal padrone di casa due anni prima.
Il sogno che diventa incubo
Vincere 5 milioni: un sogno che diventa realtà. Ma la realtà può facilmente diventare incubo quando la voce di un "nuovo ricco" si sparge arrivando a qualche malintenzionato.
Così Enrico (nome di fantasia), autotrasportatore di Nichelino di 33 anni, un giorno si ritrova improvvisamente a fare i conti con il risvolto di questa medaglia "d'oro".
E' il 28 maggio, lui e la compagna sono nella loro casa di Torre Pellice. All'improvviso vengono assaliti da 4 rapinatori incappucciati e armati di pistola. Vogliono gli orologi. Peccato che in casa non ce ne siano. C'è molto altro però. Enrico viene schiaffeggiato e con la pistola puntata alla testa viene obbligato a consegnare tutto il contante che ha. I rapinatori rovistando in casa trovano altro contante, gioielli e ben 8 chili di lingotti dal valore di 530 mila euro.
I banditi chiudono Enrico e la compagna nel locale caldaia e scappano verso Torino. Il giorno dopo, una telefonata anonima fa arrestare Costantin Denisov, trasportatore moldavo di 48 anni, che a casa nascondeva una pistola giocattolo, 5 mila 650 euro in contanti e 12 lingotti in oro.
Ora, dopo mesi di indagine, sono stati arrestati i complici. Incarcerati il 21 marzo in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica. I tre sono un uomo nato in Romania di 38 anni (sarebbe l’ideatore del colpo), una connazionale che avrebbe agito da palo nel colpo, e un moldavo attivo nell’area di Padova di 34 anni.
Il sospetto di essere stato tradito da un amico
Sollevato dalla notizia, Enrico ha però nel frattempo trasformato la sua casa in un bunker. Dopo un evento del genere è normale riavvolgere il nastro e cercare i propri errori. Quella frase di troppo che potrebbe aver sentito qualcuno con cattive intenzioni. Viene il dubbio che il mandante della rapina sia da ricercare nella cerchia più intima di Enrico. E' un sospetto gravissimo con cui convivere, ma almeno per quanto riguarda i rapinatori, giustizia è stata fatta.