Al Castello delle Rovere di Vinovo gli "Enigmi dipinti" del grottesche
La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agli inizi del Cinquecento
Deforme, innaturale, assurdo: è questo il significato attribuito al termine “grottesco”. Anche certi ritratti caricaturali sono definiti come grotteschi. Nella storia dell’arte, invece, le grottesche sono tutt’altro che opere deformi: sono grandi pitture decorative di soffitti e pareti, a cui si dedicarono maestri come Raffaello, Pinturicchio, Giulio Romano e Giorgio Vasari. Il loro linguaggio espressivo conobbe un’evoluzione nel corso dei secoli in tutta Europa, lasciando un segno profondo nell’immaginario collettivo anche contemporaneo.
La mostra
Da sabato 11 marzo a domenica 14 maggio il Comune di Vinovo dedica alle grottesche una mostra nel cinquecentesco castello Della Rovere, intitolata “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo”. L'esposizione, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, propone una sorta di immersione in un universo multiforme ed enigmatico, in cui si mescolano immagini oniriche che la fantasia umana ha distillato, esaltato, esagerato, trasformandole in opere d’arte. L’universo delle grottesche è popolato da esseri inauditi e improbabili, metà umani e metà animali terrestri o acquatici. Vi si trovano anche insetti e piante, a volte bellissimi nella loro mostruosità, altre volte decisamente spaventosi.
La cifra delle grottesche risiede proprio nelle deformità imbarazzanti di corpi sospesi tra cielo e terra, come in cerca di un’armonia perduta, ma ancor più nei volti beffardi, minacciosi o trasognati, che simbolizzano l’estrema varietà dei sentimenti umani.
La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agli inizi del Cinquecento da un grande artista tedesco, Heinrich Aldegrever, stampate in gigantografia su materiale specchiante. Come nella Stanza degli Specchi di un lunapark, si potrà ridere oppure no, perché le grottesche sono fatte per stupire.
L’esposizione vera e propria comincia nel Salone d’Onore con un omaggio a Raffaello. Incisioni di Giovanni Volpato provenienti dalle Logge vaticane sono affiancate a pregiate maioliche decorate “alla raffaellesca”, provenienti da Faenza, Casteldurante, Deruta e dalla collezione di Raffaello Pernici di Rosignano Marittimo. Tre archi scenografici supportano grandi “candelabre a grottesca” tratte da disegni spesso minuscoli, ideati per abbellire stanze e cortili di palazzi signorili e castelli, come i fregi in terracotta che ornano il cortile interno del castello di Vinovo e le pitture del Salone d’Onore.
Per rendere l’idea della varietà di temi affrontati dagli artisti che in tutta Europa si impegnarono nella realizzazione delle grottesche, alle pareti sono esposte incisioni originali dei secoli XVI-XVIII, riproduzioni di arazzi e di disegni conservati in collezioni museali. Al centro della sala, due tavoli ospitano fedeli ristampe di libri antichi, con disegni di grottesche che il pubblico può sfogliare liberamente, come se avesse tra le mani l’originale.
Il gioco immersivo prosegue nella Sala degli Stucchi dove, nella semioscurità, soffitto e pareti si animano, facendo interagire i personaggi tratti da grandi cicli decorativi rinascimentali. Altri personaggi sono nascosti dentro un armadio, che chiunque può aprire per scoprirne il contenuto. Nella Sala della Torre è ospitato un prezioso tessuto in seta lavorato a mano con la tecnica del “soprariccio”, con grottesche del Settecento, prestato dal laboratorio veneziano di Luigi Bevilacqua. Nella stessa sala è proiettato un videomapping che esalta la bellezza e l’inventiva dei gioielli “mostruosi” ideati agli inizi del Seicento dai fiamminghi Jan e Adriaen Collaert. Le videoinstallazioni sono un ulteriore “gioco” perfettamente consono a ciò che i committenti e gli artisti volevano creare per coinvolgere emotivamente i visitatori e proiettarli in un mondo di simboli di libera interpretazione.
La mostra, curata dallo storico Giordano Berti e della designer Letizia Rivetti, avrà un’appendice spettacolare la notte di sabato 25 marzo, nel corso del 3° Festival delle Magie. In quell’occasione verrà proiettata La Grotta dei Sogni, un gigantesco videomapping sulla facciata del castello Della Rovere, mentre nel giardino si terranno numerosi eventi spettacolari che proseguiranno il giorno seguente.
La mostra “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo” sarà visitabile a partire da sabato 11 marzo, il giovedì e il sabato dalle 14,30 alle 18,30, la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 18,30. Le scolaresche e i gruppi potranno visitare l’esposizione su prenotazione anche nelle altre giornate. L’ingresso costa 7 euro, ridotti a 5 per le comitive scolastiche, i gruppi di almeno 15 persone e i possessori della carta Abbonamento Musei. L’ingresso è gratuito per i ragazzi di età sino a 12 anni, le persone disabili e gli studenti degli istituti scolastici del territorio.
Per informazioni si può contattare l’Ufficio Cultura e Manifestazioni del Comune di Vinovo al numero telefonico 011-9620413 o all’indirizzo e-mail manifestazioni@comune.