TORINO

Consiglio comunale, approvata la delibera per riaffermare la pianificazione del territorio da parte dei comuni

La delibera è stata approvata recependo alcuni spunti presentati dal consigliere Andrea Russi (M5s)

Consiglio comunale, approvata la delibera per riaffermare la pianificazione del territorio da parte dei comuni
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Il Consiglio comunale ha oggi approvato la deliberazione che esclude le zone urbanisticamente più sensibili della città dall’applicazione della legge regionale 7/2022.

La legge

La legge è intesa a favorire interventi di riuso e riqualificazione di immobili, compresa demolizioni e ricostruzione, rendendo possibili gli incrementi di volume o superficie fino al 65% e consentendo anche cambi di destinazione d’uso, se non esplicitamente esclusi dal Piano regolatore generale.
La suddetta legge regionale, impugnata a suo tempo del precedente Consiglio dei ministri, è attualmente oggetto di esame da parte della Corte costituzionale ma è pienamente vigente fino ad eventuale pronunciamento contrario.
Utilizzando una facoltà prevista dalle legge stessa e su proposta della Giunta, il Consiglio comunale ha deliberato di escluderne l’applicazione in buona parte del territorio cittadino: quella più delicata dal punto di vista urbanistico, a partire dalle aree per parchi urbani, fluviali e collinari, con particolare attenzione per gli edifici storici, anche non tutelati dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici.

La legge ha un impatto forte, ha spiegato in aula l’assessore Paolo Mazzoleni, e richiederà un attento monitoraggio per verificare eventuali nuove misure da prendere, in attesa di una eventuale riscrittura alla luce di un pronunciamento a suo sfavore da parte della Corte costituzionale. Ad esempio, per quanto concerne i sottotetti si lavorerà in termini di regolamento edilizio.

La delibera è stata approvata recependo alcuni spunti presentati dal consigliere Russi, intervenuto a sostegno dell’atto come la consigliera Ravinale e il sindaco Lo Russo. Quest’ultimo ha criticato l’attuale legge regionale come avente effetti devastanti sulla pianificazione del territorio, auspicando un pronunciamento ad essa sfavorevole da parte della Corte costituzionale.

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