TORINO E PROVINCIA

Tobike...addio

Chiude i battenti dopo 13 anni di onorato servizio

Tobike...addio
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Il primo servizio che forniva biciclette in sharing a Torino e provincia chiude definitivamente i battenti. E lo fa da oggi, domenica 12 febbraio, dopo ben quasi 13 anni di onorato servizio.

Nell'ormai lontano 2019, sotto la guida della giunta Appedino, era stato rilanciato con nuove biciclette e la ristrutturazione delle stazioni, tante volte prese di mira dai vandali.

La storia del Tobike

Il servizio aveva iniziato a svolgere la sua funzione il 4 giugno del 2010, ma aveva alle spalle anche altri due anni di progettazione. Il suo scopo principale era stato quello di incentivare l'utilizzo delle due ruote all'ombra della Mole Antonelliana facendo uso di mezzi "non di proprietà".

Un sistema innovativo, attivo 24 ore su 24, che vantava (e vanta tutt'ora) oltre 204 stazioni e che avevano permesso, negli anni più positivi, di far viaggiare a bordo delle citybike oltre 25.000 utenti.

Per permettere il suo sviluppo e l'uso sul territorio della provincia di Torino, era stato collegato con i servizi BiciInComune, operativi nelle vicine città di Alpignano, Druento, Rivoli, Collegno, Grugliasco e Venaria Reale. Non era accaduto lo stesso per il vecchio progetto "Biciincittà" adottato e poi naufragato (negli stessi anni) dalla Città di Nichelino.

Come funzionava

Ma come funzionava, fino ad oggi, il servizio? Per prima cosa bisognava fare la registrazione sul sito o sull'app BicinCittà e acquistando l’abbonamento [TO]Bike.

Successivamente, era richiesto l'uso del proprio cellulare o attivare online la tessera (che il servizio mandava a casa). Una volta fatti questi passaggi, occorreva poi raggiungere la prima stazione (TO)Bike più vicina, sbloccare  (con la tessera) una delle biciclette presenti nelle colonnine. Da qui, infine, partiva l'utilizzo vero e proprio per un periodo massimo di 30 minuti.

Una volta a destinazione, l'unico limite era quello di dover poi bloccare la propria bicicletta utilizzata in una delle colonnine presenti nella stazione d'arrivo. Tutto questo per permettere ad altri utenti di svolgere la medesima funzione.

Battuta d'arresto per la mobilità a due ruote

La notizia della chiusura del servizio ha diviso la città: da una parte c'è chi legge tutto ciò come una battuta d'arresto per la mobilità dolce in una città molto inquinata e anche una grave perdita di un servizio utile a tanti cittadini che usano le due ruote, in alternativa all'auto. Dall'altra c'è chi, invece, si dice favorevole "alla sua chiusura" in quanto non è stato mai un servizio fin troppo efficiente e comodo rispetto al servizio di sharing "free-floating".

Il post social pubblicato dal gestore del servizio:

"L'esperienza [TO]BIKE termina il 12 febbraio. Vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno pedalato con noi anche solo una volta: è stato bello provare a realizzare insieme il sogno di una città più pulita, più a misura d'uomo, più educata, dove l'individuo e la collettività vivono in armonia e dove la condivisione è un ingrediente fondamentale della comunità.

La nostra "lettera aperta":
http://r.newsletter.bicincitta.com/3hzviufrwxxpfe.html...

Nei prossimi giorni sul sito www.tobike.it saranno pubblicate le istruzioni per il ristoro degli abbonamenti ancora in corso di validità al 13/02/23".

La lettera mandata agli utenti:

"Hanno vinto gli imbecilli Lettera aperta da “quelli del [TO]BIKE”.

[TO]BIKE ha perso, ma non solo lui. Hanno perso quelli che credono nel bene pubblico e nella condivisione. Hanno perso quelli che sono convinti, come noi, che una città nella quale l’auto si utilizza solo quando è davvero necessario è una città migliore. Hanno perso quelli che pagano le tasse, quelli che comprano il biglietto del bus, quelli che non saltano la fila, quelli che fanno bene la differenziata, insomma: quelli che rispettano le regole ed il prossimo.

[TO]BIKE più di 10 anni fa ha provato ad inseguire un’idea nuova, quasi utopica: un mezzo di trasporto sano e pulito ad un prezzo democratico, simbolico. Ha rivoluzionato il modo in cui oggi pensiamo la mobilità urbana e ha contribuito al riemergere della bicicletta come simbolo di uno stile di vita moderno e sostenibile. Ha introdotto nel dibattito pubblico le tematiche ambientali in un periodo in cui Greta Thunberg ancora andava all’asilo. Ha inventato un’alternativa al dominio incontrastato dell’auto, proprio nella città che all’industria dell’auto deve il suo sviluppo.

L’inizio è stato incoraggiante: le bici gialle in giro per la città aumentavano, prima in centro, poi in periferia, poi in cintura. Sono arrivate anche le prime difficoltà, lo abbiamo ammesso, senza nasconderci.

Furti e vandalismo hanno iniziato ad un certo punto a diventare un problema serio, a compromettere la stabilità dell’intero progetto.

Per scelta abbiamo spesso voluto minimizzare i frequenti incresciosi episodi, nel tentativo di non dare visibilità ai gesti incivili e di mantenere pulita la reputazione di Torino, che, ricordiamo, è anche la nostra città, quella in cui viviamo e lavoriamo.

E poi la storia recente: la nostra azienda, Bicincitta Italia S.r.l., ha rilevato [TO]BIKE dal precedente gestore, con il preciso intento di rilanciare questo prezioso servizio di mobilità urbana, diventato una icona della nostra città. Nonostante il periodo molto difficile (post-covid, aumento spropositato dei costi delle materie prime e quindi dei ricambi di bici e stazioni) abbiamo investito circa un milione di euro nel rilancio del servizio negli ultimi due anni: totale restyling delle stazioni, rinnovamento delle componenti elettroniche, nuovi materiali antisfondamento per le colonnine, flotte di nuove bici più resistenti.

Un investimento fatto in accordo col Comune, al quale non è stato chiesto alcun contributo: il ritorno economico era previsto per la maggior parte da inserzionisti privati tramite la pubblicità a bordo stazioni e per la minima parte dagli abbonamenti al bike sharing (il cui prezzo è rimasto invariato dall’inaugurazione del servizio ad oggi).

Ma, quando hai un esercito di imbecilli contro, la battaglia è durissima. Non mostriamo i loro volti principalmente perché ci vergogniamo per loro. Solo nel 2022 abbiamo contato circa 900 bici vandalizzate o rubate, oltre ai ripetuti e immotivati danni alle stazioni. Abbiamo denunciato, ovviamente. Ormai i nostri dipendenti erano impiegati in due attività principali: sporgere denunce e raccogliere rottami in giro per la città. E abbiamo deciso questa volta di mostrarvi alcuni video, solo una piccola parte di quelli che abbiamo consegnato alle autorità: li trovate nei link in fondo a questa pagina.

Potrete “apprezzare” la foga con la quale questi imbecilli si scagliano contro le nostre bici (nostre = di tutta la comunità), le prendono a calci, e poi di solito le abbandonano dopo averci fatto un giro. A volte neppure ci fanno un giro, così, giusto per spaccare qualcosa. Potrete notare come anche alla luce del giorno, con gente che passeggia a pochi metri, questi barbari si accaniscono contro una stazione. Qualcuno potrebbe dire “il vandalismo era da mettere in conto ed era un problema che il gestore avrebbe dovuto saper affrontare con le sue forze”.

Vero solo in parte, secondo noi. Certo, era prevedibile che ci sarebbero potuti essere degli episodi di questo tipo. Ma nessuno poteva immaginare un accanimento così brutale e ripetuto, una “routine” che ci ha costretto addirittura a rimuovere alcune stazioni dopo averle riparate inutilmente decine di volte. E allora questa volta hanno vinto loro, gli imbecilli. L’amarezza è enorme, sia dal punto di vista imprenditoriale che da quello umano. Sappiamo di non essere stati perfetti, per carità, ma siamo anche sinceramente dispiaciuti di non aver ricevuto un sufficiente supporto dalle istituzioni locali nel fronteggiare questi attacchi sistematici alle biciclette e alle stazioni. Infatti, a nostro parere, non può essere addossata al privato la responsabilità di difendersi dall’inciviltà di alcuni.

Ci tenevamo a congedarci scrivendo il nostro punto di vista, dato che ormai siamo al momento dei saluti: l’esperienza di [TO]BIKE finisce il 12 febbraio. E vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno pedalato con noi, anche solo per una volta: è stato un onore poter alimentare il sogno di una città più pulita, più educata, dove l’individuo e la collettività vivono in armonia. Noi continueremo a pedalare, sia in senso letterale che figurato, fatelo anche voi! Se un giorno Torino avrà voglia di ricominciare, saremo pronti a raccogliere la sfida. Oggi hanno vinto gli imbecilli, ma non ci dobbiamo arrendere, abbiamo tutto il tempo per una rivincita. Bicincitta Italia srl"

 


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