In arrivo nei supermercati di Torino gli spaghetti alla farina di grillo
Ma Coldiretti Piemonte si scaglia senza mezzi termini contro la scelta di mettere in commercio questi nuovi prodotti
Rimbalza da un giornale all'altro la notizia che Torino sarà tra le prime città ad offrire ai consumatori pasta a base di farina di grilli. A breve quindi, sugli scaffali dei supermercati, sarà possibile scegliere tra penne normali, per celiaci, integrali e a base di insetti. A rendere possibile questa novità alimentare è un'azienda di Scalenghe, la Italian Cricket Farm: la prima ad aver chiesto l’autorizzazione per sfornare «novel food», ovvero farine di insetti per l’alimentazione umana.
Un prodotto non per tutti
Toccherà aspettare ancora qualche settimana prima di gustarsi un piatto a base di grilli, c'è tutto il tempo quindi per approfondire il tema, visto che in effetti, qualche perplessità solleva e non solo in fatto di gusti.
Innanzi tutto i tradizionalisti dello spaghetto vanno rassicurati: la dicitura “farina di grillo”, sarà in evidenza, ma soprattutto quello che balzerà subito all'occhio sarà il prezzo, perché la pasta a base di insetti costa ben quattro volte di più di quella di grano duro, ossia 30 euro al chilo, mentre quella tradizionale può superare - di poco - l’euro.
Si tratterà quindi di un prodotto di lusso e per certi versi questo è anche un peccato visto che, lo assicurano i produttori, si tratta di un cibo dalle ottime qualità: super proteico e super ecologico come si legge sul sito dell'azienda.
Secondo quanto riportato sul sito dell'azienda:
La farina di grilli è composta al 100% da grilli essiccati e macinati in una polvere ad alto contenuto proteico. I grilli hanno uno straordinario valore proteico del 69%, a differenza delle proteine vegetali, si tratta di proteine complete di alta qualità, contenenti tutti gli amminoacidi essenziali.
I grilli sono una fonte ricca di fibre e minerali come il calcio e il ferro (oltre il doppio di ferro rispetto agli spinaci), di vitamina B12 (una vitamina carente nella dieta vegetariana e vegana) e di acidi grassi omega 3.La farina di grillo è eco-sostenibile: basta pensare che servono 1,7 kg di mangime per produrre un chilo di grilli, mentre per ottenere un chilo di carne di bovino ne servono ben dieci!
Consumare grilli aiuterà a mitigare l’inquinamento. Come fanno notare Van Huis e colleghi, il bestiame occupa il 60% dei terreni agricoli mondiali e genera il 20% di tutti i gas serra del pianeta. Diversamente, l’allevamento d’insetti produrrebbe meno gas serra: 10 volte meno metano, 300 volte meno protossido d’azoto.
E per quanto riguarda il sapore? Anche su questo l'azienda ci conforta:
Crederete che la farina di grillo non abbia un buon gusto, invece vi state sbagliando! Ha un sapore simile alla nocciola, quindi si amalgama bene con tutti i prodotti da forno, sia dolci che salati. Ideale per pane, crackers, biscotti e torte!
Un nostro consiglio è quello di miscelare la farina tradizionale con il 10% di farina di grilli.
Potete anche aggiungerla frullati e mix per aumentarne il valore proteico o unirla a creme e salse per intensificarne l’aroma.
Consumare grilli tra l'altro non sarebbe poi neanche una grande novità, visto nel mondo già 3 miliardi di individui consumano insetti e, anche se gli Europei ogni tanto se lo scordano, i loro antenati non esitavano ad immergere le mani dentro un sacco pieno di grilli, locuste e maggiolini: Greci e Romani li gustavano regolarmente così come i nostri avi, almeno fino al Medioevo.
Altro fatto che ci dovrebbe rassicurare è che in un mondo o nell'altro tutti noi abbiamo già mangiato insetti senza accorgercene perché nascosti sottoforma di colorante in numerose preparazioni agro-alimentari: succhi di frutta, marmellate e via dicendo.
In un passato recentissimo poi, tutto ciò che aveva un invitante colore rosso era un po' aiutato dalla natura e precisamente dalla cocciniglia, colorante ricavato dall’omonimo insetto appartenente alla famiglia della coccoidea. Aveva la scritta E120 e si trovava generalmente in alcolici come l’alkermes, bitter e aperitivi famosi, venne poi sostituito da coloranti chimici meno costosi.
La posizione di Coldiretti Piemonte
Nonostante i punti a favore del consumo di farina di grilli siano apparentemente evidenti, non lo sono comunque abbastanza per Coldiretti Piemonte che si scaglia senza mezzi termini contro la novità in arrivo a Torino sollevando importanti dubbi circa la tracciabilità degli insetti.
Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale dichiarano:
...l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità, considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari. Ancora più assurdo parlare di farina di grillo domestico, allevato in Piemonte, quando portiamo avanti da anni ormai progetti di filiera agricola del tutto piemontese, come Gran Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 7 mila ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.