Rubano orologi di lusso con la "scusa della foto", ma vengono incastrati dalla videosorveglianza
I tre giovani, costantemente pedinati ed osservati, sono stati fermati dagli investigatori
Nelle scorse giornate, la Polizia di Stato ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto due giovani nordafricani, sospettati di avere commesso la rapina di un orologio Philip Zepter Saltarello del valore di oltre diecimila euro.
Il furto con la scusa della foto
Infatti, lo scorso 10 gennaio 2023, in via Drovetti, un uomo italiano (classe ’58) veniva avvicinato da due giovani stranieri, che gli chiedevano di scattare loro una fotografia con il telefono cellulare e gli consegnavano uno smartphone per eseguirla; una volta ottenuto lo scatto, all’atto di riprendere il telefono dalle mani del malcapitato, lo aggredivano, sottraendogli con violenza l’orologio che portava al polso, che evidentemente, durante la fase di approccio, era stato velocemente esaminato e riconosciuto come oggetto di valore.
Un fatto analogo, realizzato con il medesimo modus operandi, era avvenuto anche il precedente 30 dicembre 2022 in via Andrea Doria ai danni di un uomo (classe ’59), vittima della rapina del suo orologio Jaeger - LeCoultre Reverso Duoface del valore di oltre undicimila euro.
I filmati di videosorveglianza
Gli approfondimenti investigativi della Squadra Mobile della Questura di Torino, realizzati anche attraverso l’acquisizione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza di diverse attività commerciali, consentivano di individuare il percorso seguito dai presunti autori dei fatti, durante la fuga, nonché di localizzare la zona che gli stessi verosimilmente frequentavano abitualmente.
Gli investigatori rintracciavano uno dei due giovani nei pressi della Stazione di Torino Porta Nuova e avevano modo di assistere al suo incontro con altri due stranieri, uno di quali riconosciuto come il possibile secondo autore del fatto delittuoso di via Drovetti.
I tre giovani, costantemente pedinati ed osservati, dopo aver tentato di approcciare, con il consueto modus operandi, una nuova potenziale vittima, venivano fermati dagli investigatori.
Gli elementi acquisiti, tra i quali il riconoscimento fotografico da parte delle vittime dei reati, consentivano ragionevolmente di ipotizzare che due dei tre fermati fossero gli autori della rapina del 10 gennaio e, uno solo dei due, anche di quella del precedente 30 dicembre, in concorso con altro soggetto non ancora identificato.